Glossary
Operazione di asportazione del tartaro (vedi) sopra e sottogengivale che può essere effettuata con strumenti a mano o con apparecchi rotanti o vibranti ad ultrasuoni. Operazione di asportazione del tartaro (vedi) sopra e sottogengivale che può essere effettuata con strumenti a mano o con apparecchi rotanti o vibranti ad ultrasuoni.
Sovrapposizione dei denti spesso conseguente alla mancanza del naturale spazio di allineamento. Sovrapposizione dei denti spesso conseguente alla mancanza del naturale spazio di allineamento.
L'afta è una piccola erosione della mucosa orale dall'aspetto rotondeggiante, con dimensioni che variano da uno a più di dieci millimetri. Può comparire a tutte le età, ma è più frequente nei giovani tra i dieci e i vent'anni, più nelle donne che negli uomini. La localizzazione più frequente dell'afta è sulla mucosa interna di guance e labbra ma può presentarsi anche sulla lingua e sul palato. La causa delle afte rimane a tutt'oggi sconosciuta, è conosciuta, invece, l'esistenza di fattori che predispongono la loro comparsa come situazioni di deficit alimentari, in particolare di vitamina B12, Acido Folico, ferro, di stress, traumi locali, periodi mestruali, disfunzioni ormonali, turbe gastrointestinali, celiachia, uso di droghe, ecc.... La cura dell'ulcera tipica dell'afta singola può giovarsi dell'applicazione topica di specifici prodotti a base di cortisone. Nei trattamenti locali delle afte hanno dato buoni risultati anche prodotti a base di Aloe vera. L'afta è una piccola erosione della mucosa orale dall'aspetto rotondeggiante, con dimensioni che variano da uno a più di dieci millimetri. Può comparire a tutte le età, ma è più frequente nei giovani tra i dieci e i vent'anni, più nelle donne che negli uomini. La localizzazione più frequente dell'afta è sulla mucosa interna di guance e labbra ma può presentarsi anche sulla lingua e sul palato. La causa delle afte rimane a tutt'oggi sconosciuta, è conosciuta, invece, l'esistenza di fattori che predispongono la loro comparsa come situazioni di deficit alimentari, in particolare di vitamina B12, Acido Folico, ferro, di stress, traumi locali, periodi mestruali, disfunzioni ormonali, turbe gastrointestinali, celiachia, uso di droghe, ecc.... La cura dell'ulcera tipica dell'afta singola può giovarsi dell'applicazione topica di specifici prodotti a base di cortisone. Nei trattamenti locali delle afte hanno dato buoni risultati anche prodotti a base di Aloe vera.
Assenza congenita del germe di uno o più denti decidui o permanenti. Generalmente l'agenesia riguarda gli ultimi denti che compongono le serie omologhe: l'incisivo laterale, il secondo premolare e il terzo molare. Assenza congenita del germe di uno o più denti decidui o permanenti. Generalmente l'agenesia riguarda gli ultimi denti che compongono le serie omologhe: l'incisivo laterale, il secondo premolare e il terzo molare.
Odore poco gradevole dell'aria contenuta nel cavo orale ed emessa durante l'espirazione e la fonazione. Il termine deriva dal latino 'halitus' (alito) e dal greco 'osis' (affezione). Odore poco gradevole dell'aria contenuta nel cavo orale ed emessa durante l'espirazione e la fonazione. Il termine deriva dal latino 'halitus' (alito) e dal greco 'osis' (affezione).
Processo infiammatorio post-estrattivo di origine infettiva a carico dell'alveolo osseo. Processo infiammatorio post-estrattivo di origine infettiva a carico dell'alveolo osseo.
Cavità presente nelle ossa mascellari deputata a contenere e a sostenere, per tramite di un'apparato ligamentare o legamento alveolo dentale, la porzione radicolare di un dente. L'alveolo può andare soggetto a processi infiammatori, più spesso conseguenti ad affezioni dell'endodonto o a contaminazioni batteriche post-estrattive (alveolite secca) Cavità presente nelle ossa mascellari deputata a contenere e a sostenere, per tramite di un'apparato ligamentare o legamento alveolo dentale, la porzione radicolare di un dente. L'alveolo può andare soggetto a processi infiammatori, più spesso conseguenti ad affezioni dell'endodonto o a contaminazioni batteriche post-estrattive (alveolite secca)
Imperfezione nella formazione dello smalto dentale che si presenta sottile e poco strutturato. Il dente appare giallo in quanto la dentina traspare al disotto dell'esiguo spessore di smalto e può facilmente danneggiarsi e andare incontro ad abrasione. Tale anomalia è trasmessa geneticamente con carattere dominante. Imperfezione nella formazione dello smalto dentale che si presenta sottile e poco strutturato. Il dente appare giallo in quanto la dentina traspare al disotto dell'esiguo spessore di smalto e può facilmente danneggiarsi e andare incontro ad abrasione. Tale anomalia è trasmessa geneticamente con carattere dominante.
L'anchilosi è la condizione in cui due tessuti duri si trovano fusi insieme. Quando ciò accade tra un dente e l'osso alveolare, il dente erompe solo parzialmente. L'anchilosi è la condizione in cui due tessuti duri si trovano fusi insieme. Quando ciò accade tra un dente e l'osso alveolare, il dente erompe solo parzialmente.
ANESTESIA INTRALIGAMENTARE
L'anestesia intraligamentare è una tecnica in cui i denti vengono anestetizzati iniettando l'anestetico locale direttamente nello spazio tra l'alveolo osseo e la radice del dente. Con l'anestesia intraligamentare non viene coinvolta un'intera zona, come nel caso dell'anestesia per infiltrazione o della tronculare, ma solo il dente interessato. L'anestesia intraligamentare è una tecnica in cui i denti vengono anestetizzati iniettando l'anestetico locale direttamente nello spazio tra l'alveolo osseo e la radice del dente. Con l'anestesia intraligamentare non viene coinvolta un'intera zona, come nel caso dell'anestesia per infiltrazione o della tronculare, ma solo il dente interessato.
L'anestesia plessica è una tecnica in cui i denti e l'osso mascellare che li circonda vengono anestetizzati iniettando l'anestetico locale in prossimità di un plesso nervoso. L'effetto anestetico si estende alle aree di innervazione di molti o tutti i nervi che dipartono dal plesso interessato. L'anestesia plessica è una tecnica in cui i denti e l'osso mascellare che li circonda vengono anestetizzati iniettando l'anestetico locale in prossimità di un plesso nervoso. L'effetto anestetico si estende alle aree di innervazione di molti o tutti i nervi che dipartono dal plesso interessato.
Agente chimico che può essere applicato sui tessuti viventi per distruggere i germi. Agente chimico che può essere applicato sui tessuti viventi per distruggere i germi.
L'apertura nel punto terminale della radice di un dente attraverso la quale il dente riceve le sue terminazioni nervose e i vasi sanguigni.L'apertura nel punto terminale della radice di un dente attraverso la quale il dente riceve le sue terminazioni nervose e i vasi sanguigni. L'apertura nel punto terminale della radice di un dente attraverso la quale il dente riceve le sue terminazioni nervose e i vasi sanguigni.L'apertura nel punto terminale della radice di un dente attraverso la quale il dente riceve le sue terminazioni nervose e i vasi sanguigni.
Area terminale della radice del dente. Nell'apice radicolare è presente il forame apicale. Area terminale della radice del dente. Nell'apice radicolare è presente il forame apicale.
L'apicectomia è la rimozione chirurgica dell'apice radicolare di un dente e dei tessuti mollicircostanti affetti da condizioni patologiche. L'intervento di apicectomia si effettua per il trattamento delle complicanze di un dente a polpa necrotica: ascessi e granulomi ma solo nel caso in cui esiste l'impossibilità di un trattamento canalare per via ortograda. L'apicectomia è la rimozione chirurgica dell'apice radicolare di un dente e dei tessuti mollicircostanti affetti da condizioni patologiche. L'intervento di apicectomia si effettua per il trattamento delle complicanze di un dente a polpa necrotica: ascessi e granulomi ma solo nel caso in cui esiste l'impossibilità di un trattamento canalare per via ortograda.
Sistema costituito da tre componenti fondamentali:
1) le articolazioni temporo-mandibolari (ATM)
2) il sistema neuro-muscolare
3) l’apparato dento-parodontale
Sistema costituito da tre componenti fondamentali:
1) le articolazioni temporo-mandibolari (ATM)
2) il sistema neuro-muscolare
3) l’apparato dento-parodontale
Insieme delle parti che vengono incollate fisse ai denti oppure applicate e rimosse dal paziente, la cui funzione è correggere l'allineamento dei denti o regolare la crescita dei mascellari. Ogni dispositivo usato per influenzare la crescita o la posizione dei denti e dei mascellari può essere definito apparecchio ortodontico. Insieme delle parti che vengono incollate fisse ai denti oppure applicate e rimosse dal paziente, la cui funzione è correggere l'allineamento dei denti o regolare la crescita dei mascellari. Ogni dispositivo usato per influenzare la crescita o la posizione dei denti e dei mascellari può essere definito apparecchio ortodontico.
ARTICOLAZIONE TEMPOROMANDIBOLARE
Struttura mobile che collega l'osso temporale e la mandibola, più precisamente i due condili mandibolari con le cavità o fosse glenoidee che si trovano nell'osso temporale del cranio. Struttura mobile che collega l'osso temporale e la mandibola, più precisamente i due condili mandibolari con le cavità o fosse glenoidee che si trovano nell'osso temporale del cranio.
L'ascesso si forma quando un'area di un tessuto s'infetta e l'organismo si attiva per combattere l'infezione. I leucociti (le cellule che difendono l'organismo da alcuni tipi d'infezione) migrano attraverso i vasi sanguigni nel luogo d'infezione e si accumulano nel tessuto danneggiato. Nel corso del processo difensivo che caratterizza l'ascesso si forma il 'pus', che è un accumulo di fluidi, cellule del sangue vive e morte, tessuti in disfacimento e batteri; oltre al materiale che ha dato avvio al processo suppurativo. L'ascesso si forma quando un'area di un tessuto s'infetta e l'organismo si attiva per combattere l'infezione. I leucociti (le cellule che difendono l'organismo da alcuni tipi d'infezione) migrano attraverso i vasi sanguigni nel luogo d'infezione e si accumulano nel tessuto danneggiato. Nel corso del processo difensivo che caratterizza l'ascesso si forma il 'pus', che è un accumulo di fluidi, cellule del sangue vive e morte, tessuti in disfacimento e batteri; oltre al materiale che ha dato avvio al processo suppurativo.
L'ascesso dentario ha le caratteristiche generali di un qualunque ascesso, differenziandosi solo per localizzazione e modalità di attivazione del processo infettivo. E' un processo suppurativo che si sviluppa intorno al dente. L'ascesso dentario, secondo la localizzazione, si distingue in ascesso periapicale ed ascesso parodontale. L'ascesso dentario ha le caratteristiche generali di un qualunque ascesso, differenziandosi solo per localizzazione e modalità di attivazione del processo infettivo. E' un processo suppurativo che si sviluppa intorno al dente. L'ascesso dentario, secondo la localizzazione, si distingue in ascesso periapicale ed ascesso parodontale.
Termine diventato di uso comune per indicare una placca, normalmente in resina, da porre tra le due arcate dentarie per modificarne le relazioni spaziali nel combaciamento senza modificare in alcun modo permanente i denti e la loro disposizione. E' anche definito 'BITE OCCLUSALE' per la sua azione di modifica dei rapporti d'occlusione. Termine diventato di uso comune per indicare una placca, normalmente in resina, da porre tra le due arcate dentarie per modificarne le relazioni spaziali nel combaciamento senza modificare in alcun modo permanente i denti e la loro disposizione. E' anche definito 'BITE OCCLUSALE' per la sua azione di modifica dei rapporti d'occlusione.
Bruxismo è un termine che indica lo fregamento abituale dei denti che generalmente si verifica durante il sonno. Può causare usura delle superfici dentali, ischemia dei muscoli masticatori e dolore o danno ai tessuti di sostegno dei denti. Il bruxismo di frequente si associa con il serramento dei denti e con problemi alle Articolazioni Temporo Mandibolari. L'uso di un bite é utilissimo, praticamente indispensabile, per evitare o quanto meno limitare danni strutturali irreversibili alle componenti del Sistema Stomatognatico come usure da sfregamento o addirittura fratture dei denti, lesioni al parodonto da 'jiggling', lesioni intracapsulari delle articolazioni temporomandibolari, artrosi articolare. Bruxismo è un termine che indica lo fregamento abituale dei denti che generalmente si verifica durante il sonno. Può causare usura delle superfici dentali, ischemia dei muscoli masticatori e dolore o danno ai tessuti di sostegno dei denti. Il bruxismo di frequente si associa con il serramento dei denti e con problemi alle Articolazioni Temporo Mandibolari. L'uso di un bite é utilissimo, praticamente indispensabile, per evitare o quanto meno limitare danni strutturali irreversibili alle componenti del Sistema Stomatognatico come usure da sfregamento o addirittura fratture dei denti, lesioni al parodonto da 'jiggling', lesioni intracapsulari delle articolazioni temporomandibolari, artrosi articolare.
Procedura usata per risolvere una pulpite e/o per salvare un dente da un ascesso o per guarire un ascesso o un granuloma, nella quale la polpa o i residui pulpari vengono raschiati via dalla camera della polpa e dal canale radicolare. Il canale radicolare poi viene disinfettato e riempito permanentemente con particolari sostanze. Procedura usata per risolvere una pulpite e/o per salvare un dente da un ascesso o per guarire un ascesso o un granuloma, nella quale la polpa o i residui pulpari vengono raschiati via dalla camera della polpa e dal canale radicolare. Il canale radicolare poi viene disinfettato e riempito permanentemente con particolari sostanze.
Cavità che percorre l'interno della radice del dente in cui è contenuta la polpa dentale. Cavità che percorre l'interno della radice del dente in cui è contenuta la polpa dentale.
Infezione delle membrane mucose della bocca causata da un fungo, normalmente presente nel cavo orale, chiamato Candida Albicans che in determinate condizioni può proliferare provocando le lesioni caratteristiche. Esiste una forma di candida, chiama eritematosa, che si presenta con macchie rosse sulla lingua. Una forma più frequente di candida, chiamata pseudomembranosa, può presentarsi con estese placche bianche interessanti la mucosa buccale, la lingua, il palato e l'uvula. La loro rimozione lascia una superficie eritematosa e sanguinolenta. Infezione delle membrane mucose della bocca causata da un fungo, normalmente presente nel cavo orale, chiamato Candida Albicans che in determinate condizioni può proliferare provocando le lesioni caratteristiche. Esiste una forma di candida, chiama eritematosa, che si presenta con macchie rosse sulla lingua. Una forma più frequente di candida, chiamata pseudomembranosa, può presentarsi con estese placche bianche interessanti la mucosa buccale, la lingua, il palato e l'uvula. La loro rimozione lascia una superficie eritematosa e sanguinolenta.
Termine medico che indica il processo di cavitazione di un dente. La carie dentaria inizia con la demineralizzazione dello smalto da parte degli acidi prodotti dai batteri della placca e prosegue con la successiva disintegrazione della dentina, fino a diventare penetrante (carie penetrante): stadio in cui viene a scoprirsi l'organo interno del dente, la polpa dentaria, che può infettarsi dando luogo a pulpiti. Termine medico che indica il processo di cavitazione di un dente. La carie dentaria inizia con la demineralizzazione dello smalto da parte degli acidi prodotti dai batteri della placca e prosegue con la successiva disintegrazione della dentina, fino a diventare penetrante (carie penetrante): stadio in cui viene a scoprirsi l'organo interno del dente, la polpa dentaria, che può infettarsi dando luogo a pulpiti.
Tessuto calcificato costituente il rivestimento esterno della radice del dente. Viene prodotto da particolari cellule connettivali chiamate cementoblasti. Il cemento agisce da struttura di attacco alla membrana parodontale, per cui le sue alterazioni possono provocare mobilità dentale. Tessuto calcificato costituente il rivestimento esterno della radice del dente. Viene prodotto da particolari cellule connettivali chiamate cementoblasti. Il cemento agisce da struttura di attacco alla membrana parodontale, per cui le sue alterazioni possono provocare mobilità dentale.
Formazioni cistiche che interessano un dente o i suoi tessuti di sostegno. La cisti dentaria può determinarsi per errori di sviluppo dei tessuti deputati all'odontogenesi o per stimolo infiammatorio Formazioni cistiche che interessano un dente o i suoi tessuti di sostegno. Formazioni cistiche che interessano un dente o i suoi tessuti di sostegno. La cisti dentaria può determinarsi per errori di sviluppo dei tessuti deputati all'odontogenesi o per stimolo infiammatorio Formazioni cistiche che interessano un dente o i suoi tessuti di sostegno.
Formazione cistica da errore di sviluppo dei tessuti deputati all'odontogenesi. Trae origine, nel periodo dello sviluppo, dal germe dentario, in particolare dalla sua porzione epiteliale. Le cisti follicolari sono caratterizzate dalla presenza di un dente la cui corona è contenuta nella cavità cistica mentre la parte radicolare ne è al di fuori ed in rapporto con l'osso circostante. Formazione cistica da errore di sviluppo dei tessuti deputati all'odontogenesi. Trae origine, nel periodo dello sviluppo, dal germe dentario, in particolare dalla sua porzione epiteliale. Le cisti follicolari sono caratterizzate dalla presenza di un dente la cui corona è contenuta nella cavità cistica mentre la parte radicolare ne è al di fuori ed in rapporto con l'osso circostante.
Formazioni cistiche di origine infiammatoria, legate alla presenza di una radice affetta da un processo di parodontite apicale cronica. Formazioni cistiche di origine infiammatoria, legate alla presenza di una radice affetta da un processo di parodontite apicale cronica.
Si tratta di cisti radicolari che residuano all'avulsione del dente con il quale erano in rapporto e pertanto appaiono isolate nel contesto osseo. Si tratta di cisti radicolari che residuano all'avulsione del dente con il quale erano in rapporto e pertanto appaiono isolate nel contesto osseo.
Antisettico utilizzato nell'igiene orale per le sue proprietà battericide. In odontoiatria la clorexidina è utilizzata in collutori, gel, dentifrici, come antibatterico ad ampio spettro. E' efficace contro numerosi germi, sia gram-positivi che gram-negativi oltre che su funghi. Ha un effetto battericida di lunga durata, rimane attiva per diverse ore dall'uso, senza che arrechi danni ai tessuti del cavo orale, né ai processi di cicatrizzazione. La clorexidina, essendo capace di inibire la formazione della placca batterica, viene usata nel trattamento delle gengiviti e delle parodontiti, dopo interventi chirurgici nel cavo orale e in presenza di ulcere della mucosa e stomatiti aftosiche. Poichè il suo effetto battericida si compie su innumerevoli ceppi batterici, a basse concentrazioni, per periodi prolungati, si può usare anche per combattere l'alitosi. Il problema principale legato all'uso di prodotti a base di clorexidina è la pigmentazione dei denti. In particolare alle maggiori concentrazioni può risultare una colorazione bruna o nerastra dei denti, localizzata più di frequente alle porzioni di smalto o cemento radicolare che guardano verso lo spazio interdentale e la gengiva, dove è più facile il ristagno e l'organizzazione della placca batterica. C'è da dire che tali colorazioni sono meno frequenti e diffuse nei soggetti con ottima igiene orale, essendo determinante per la loro formazione che lo smalto dei denti sia reso ruvido dal calcio della saliva precipitato nella placca batterica non perfettamente rimossa. Sempre l'utilizzo per lunghi periodi della clorexidina può determinare pigmentazioni delle mucose orali, in particolare di quella della lingua, e alterazioni del gusto (disgeusia), ma sono effetti transitori, totalmente reversibili dopo l'interruzione. L'uso più frequente della clorexidina è in collutori in varie percentuali, dallo 0,2% allo 0,05%. I collutori che ne contengono le più alte percentuali vanno utilizzati per brevi periodi. Antisettico utilizzato nell'igiene orale per le sue proprietà battericide. In odontoiatria la clorexidina è utilizzata in collutori, gel, dentifrici, come antibatterico ad ampio spettro. E' efficace contro numerosi germi, sia gram-positivi che gram-negativi oltre che su funghi. Ha un effetto battericida di lunga durata, rimane attiva per diverse ore dall'uso, senza che arrechi danni ai tessuti del cavo orale, né ai processi di cicatrizzazione. La clorexidina, essendo capace di inibire la formazione della placca batterica, viene usata nel trattamento delle gengiviti e delle parodontiti, dopo interventi chirurgici nel cavo orale e in presenza di ulcere della mucosa e stomatiti aftosiche. Poichè il suo effetto battericida si compie su innumerevoli ceppi batterici, a basse concentrazioni, per periodi prolungati, si può usare anche per combattere l'alitosi. Il problema principale legato all'uso di prodotti a base di clorexidina è la pigmentazione dei denti. In particolare alle maggiori concentrazioni può risultare una colorazione bruna o nerastra dei denti, localizzata più di frequente alle porzioni di smalto o cemento radicolare che guardano verso lo spazio interdentale e la gengiva, dove è più facile il ristagno e l'organizzazione della placca batterica. C'è da dire che tali colorazioni sono meno frequenti e diffuse nei soggetti con ottima igiene orale, essendo determinante per la loro formazione che lo smalto dei denti sia reso ruvido dal calcio della saliva precipitato nella placca batterica non perfettamente rimossa. Sempre l'utilizzo per lunghi periodi della clorexidina può determinare pigmentazioni delle mucose orali, in particolare di quella della lingua, e alterazioni del gusto (disgeusia), ma sono effetti transitori, totalmente reversibili dopo l'interruzione. L'uso più frequente della clorexidina è in collutori in varie percentuali, dallo 0,2% allo 0,05%. I collutori che ne contengono le più alte percentuali vanno utilizzati per brevi periodi.
L'area del dente dove la corona si congiunge con la radice e lo smalto coronale sfuma nel cemento radicolare. L'area del dente dove la corona si congiunge con la radice e lo smalto coronale sfuma nel cemento radicolare.
La superficie articolare arrotondata posizionata all'estremità dell'osso mandibolare. La superficie articolare arrotondata posizionata all'estremità dell'osso mandibolare.
La conservativa è la branca dell'odontoiatria che si occupa del restauro morfologico, funzionale ed estetico, dei denti colpiti da processi cariosi. La conservativa è la branca dell'odontoiatria che si occupa del restauro morfologico, funzionale ed estetico, dei denti colpiti da processi cariosi.
Procedura ortodontica mediante la quale i denti vengono fissati nella posizione di allineamento mediante apparecchi fissi o mobili. Procedura ortodontica mediante la quale i denti vengono fissati nella posizione di allineamento mediante apparecchi fissi o mobili.
E' la parte visibile del dente, ricoperta da smalto e in collegamento con la radice al colletto. E' la parte visibile del dente, ricoperta da smalto e in collegamento con la radice al colletto.
CRESTA ALVEOLARE O MARGINALE
Parte più coronale dell'alveolo osseo che presenta un aspetto tagliente. Parte più coronale dell'alveolo osseo che presenta un aspetto tagliente.
Procedimento usato per la cura di una pulpite o di un dente affetto da necrosi della polpa, per salvare un dente da un ascesso o per guarire un ascesso o un granuloma. Nel corso della cura la polpa o i residui pulpari vengono raschiati via dalla camera della polpa e dal canale radicolare. Per il buon esito della cura canalare il canale radicolare viene poi disinfettato e riempito permanentemente con specifiche sostanze. La finalità della cura canalare è di prevenire il formarsi di una patologia infiammatoria del periapice radicolare o di favorirne la guarigione qualora già presente. Procedimento usato per la cura di una pulpite o di un dente affetto da necrosi della polpa, per salvare un dente da un ascesso o per guarire un ascesso o un granuloma. Nel corso della cura la polpa o i residui pulpari vengono raschiati via dalla camera della polpa e dal canale radicolare. Per il buon esito della cura canalare il canale radicolare viene poi disinfettato e riempito permanentemente con specifiche sostanze. La finalità della cura canalare è di prevenire il formarsi di una patologia infiammatoria del periapice radicolare o di favorirne la guarigione qualora già presente.
Procedura parodontale tramite la quale le gengive vengono raschiate con speciali strumenti (curette) per rimuovere il tessuto danneggiato della tasca parodontale. Procedura parodontale tramite la quale le gengive vengono raschiate con speciali strumenti (curette) per rimuovere il tessuto danneggiato della tasca parodontale.
Meglio conosciuti come denti di latte, sono chiamati decidui perché destinati a cadere e ad essere sostituiti dai permanenti. Sono in tutto 20, 10 per ogni arcata dentaria: quattro molari, due canini e quattro incisivi. Erompono tra i cinque/sei mesi e i tre anni di vita. Meglio conosciuti come denti di latte, sono chiamati decidui perché destinati a cadere e ad essere sostituiti dai permanenti. Sono in tutto 20, 10 per ogni arcata dentaria: quattro molari, due canini e quattro incisivi. Erompono tra i cinque/sei mesi e i tre anni di vita.
La deglutizione è un atto fisiologico che comprende tre fasi nel cui corso avviene il passaggio del bolo alimentare o di un liquido dal cavo orale allo stomaco. Nella prima fase, boccale, il bolo viene raccolto sulla lingua e poi sospinto posteriormente da un'attività muscolare volontaria. Nelle fasi successive, faringea ed esofagea, vengono protette le vie respiratorie e il bolo inviato nello stomaco da una serie di azioni riflesse. La deglutizione è un atto fisiologico che comprende tre fasi nel cui corso avviene il passaggio del bolo alimentare o di un liquido dal cavo orale allo stomaco. Nella prima fase, boccale, il bolo viene raccolto sulla lingua e poi sospinto posteriormente da un'attività muscolare volontaria. Nelle fasi successive, faringea ed esofagea, vengono protette le vie respiratorie e il bolo inviato nello stomaco da una serie di azioni riflesse.
Perdita di minerali dello smalto dentale. Generalmente appare come un'area bianca sulla superficie della corona. Perdita di minerali dello smalto dentale. Generalmente appare come un'area bianca sulla superficie della corona.
DEMINERALIZZAZIONE DENTALE
Il processo di demineralizzazione dentale consiste nella dissoluzione dell'apatite, un minerale composto da fosfato di calcio contenente fluoro e cloro, costituente lo smalto del dente. Il dente può subire la demineralizzazione a seguito di diverse patologie; quando si accompagna alla carie è da attribuire alla produzione di acido nella bocca da parte dei batteri della placca dentale, che può essere coadiuvato da alcune condizioni come l'assunzione di zuccheri, in particolare quelli raffinati, la riduzione e le modifiche di consistenza della saliva, l'assunzione di cibi e bevande acide ecc.. Il processo di demineralizzazione dentale consiste nella dissoluzione dell'apatite, un minerale composto da fosfato di calcio contenente fluoro e cloro, costituente lo smalto del dente. Il dente può subire la demineralizzazione a seguito di diverse patologie; quando si accompagna alla carie è da attribuire alla produzione di acido nella bocca da parte dei batteri della placca dentale, che può essere coadiuvato da alcune condizioni come l'assunzione di zuccheri, in particolare quelli raffinati, la riduzione e le modifiche di consistenza della saliva, l'assunzione di cibi e bevande acide ecc..
Serie di denti definitivi che sostituiscono i denti decidui. Composta da 28 denti, 14 per ogni arcata, più 4 del giudizio (terzi molari o ottavi). In ogni arcata sono presenti 4 incisivi, 2 canini, 4 premolari e 4 molari, più 2 denti del giudizio. Serie di denti definitivi che sostituiscono i denti decidui. Composta da 28 denti, 14 per ogni arcata, più 4 del giudizio (terzi molari o ottavi). In ogni arcata sono presenti 4 incisivi, 2 canini, 4 premolari e 4 molari, più 2 denti del giudizio.
Chiamasi dente ognuno degli organi duri e biancastri, sporgenti nel cavo orale, che, nell'uomo e nei vertebrati gnatostomi, sono destinati alla masticazione (Zingarelli). Il dente è formato dalla corona e dalla radice che si congiungono al colletto; è composto da smalto, dentina e cemento. All'interno del dente alloggia la polpa, un tessuto formato prevalentemente da vasi sanguigni e nervi che entrano a livello del forame apicale; ed è circondato e sostenuto dall'apparato parodontale. Chiamasi dente ognuno degli organi duri e biancastri, sporgenti nel cavo orale, che, nell'uomo e nei vertebrati gnatostomi, sono destinati alla masticazione (Zingarelli). Il dente è formato dalla corona e dalla radice che si congiungono al colletto; è composto da smalto, dentina e cemento. All'interno del dente alloggia la polpa, un tessuto formato prevalentemente da vasi sanguigni e nervi che entrano a livello del forame apicale; ed è circondato e sostenuto dall'apparato parodontale.
I denti da latte fanno parte della prima dentizione del bambino. Sono detti anche di sostituzione perché destinati a cadere per essere sostituiti dai permanenti. Sono chiamati da latte per il loro colore bianco lattescente e perché compaiono in un'età in cui il bambino assume ancora il latte materno. Sono in tutto 20, 10 per ogni arcata dentaria: quattro molari, due canini e quattro incisivi. I primi denti da latte erompono generalmente intorno ai sei/otto mesi di vita del bambino e gli ultimi attorno ai tre anni. Ad eruzione completata gli incisivi da latte appaiono spesso separati tra loro da piccoli spazi (diastemi). I primi denti da latte cadono tra i sei e i sette anni di vita. In generale sono gli incisivi centrali inferiori. Gli ultimi vengono sostituiti intorno ai dodici anni. I denti da latte fanno parte della prima dentizione del bambino. Sono detti anche di sostituzione perché destinati a cadere per essere sostituiti dai permanenti. Sono chiamati da latte per il loro colore bianco lattescente e perché compaiono in un'età in cui il bambino assume ancora il latte materno. Sono in tutto 20, 10 per ogni arcata dentaria: quattro molari, due canini e quattro incisivi. I primi denti da latte erompono generalmente intorno ai sei/otto mesi di vita del bambino e gli ultimi attorno ai tre anni. Ad eruzione completata gli incisivi da latte appaiono spesso separati tra loro da piccoli spazi (diastemi). I primi denti da latte cadono tra i sei e i sette anni di vita. In generale sono gli incisivi centrali inferiori. Gli ultimi vengono sostituiti intorno ai dodici anni.
I denti del giudizio sono quattro, uno per ogni emiarcata. Il loro nome deriva dal fatto che erompono nell'età della 'maturità di giudizio', dai 18 anni in poi. Il dente del giudizio è anche chiamato terzo molare o ottavo. Terzo molare, appunto, perché è il terzo dente della serie molare; ottavo, invece, perché è l'ottavo dente di ogni emiarcata. Spesso sono mancanti, inclusi o parzialmente erotti. Al momento della loro eruzione può determinarsi una pericoronite, un'infiammazione della mucosa che che ricopre la loro corona. I denti del giudizio spesso non trovano il loro spazio eruttivo, rimanendo inclusi o seminclusi. Dal punto di vista tecnico, l'estrazione dei denti del giudizio può richiedere un intervento più o meno invasivo a seconda della posizione del dente e dei suoi rapporti con le strutture anatomiche circostanti. In molti casi il terzo molare assume una posizione del tutto analoga a quella degli altri molari, e ad essi parallela, e la sua estrazione generalmente non presenta grandi difficoltà, né richiede un approccio chirurgico. Cosa che si traduce in un grande vantaggio per il paziente. Quando, invece, la posizione dei denti del giudizio è orizzontale e perpendicolare all'asse del dente contiguo, la loro estrazione è più problematica, e richiede un approccio chirurgico ben consapevole dell'anatomia della zona e della tecnica di estrazione più veloce e più ?innocua? per il paziente. In ogni caso, il dolore e il gonfiore che seguono l'intervento di estrazione dei denti del giudizio durano solo qualche giorno, e già nella terza giornata, solitamente, tutto torna alla normalità. La terapia farmacologia, poi, fornisce un validissimo supporto, mettendo al riparo da infezioni batteriche con l'assunzione dell'antibiotico, e minimizzando i sintomi dell'infiammazione postoperatoria grazie agli antidolorifici-antiinfiammatori. I denti del giudizio sono quattro, uno per ogni emiarcata. Il loro nome deriva dal fatto che erompono nell'età della 'maturità di giudizio', dai 18 anni in poi. Il dente del giudizio è anche chiamato terzo molare o ottavo. Terzo molare, appunto, perché è il terzo dente della serie molare; ottavo, invece, perché è l'ottavo dente di ogni emiarcata. Spesso sono mancanti, inclusi o parzialmente erotti. Al momento della loro eruzione può determinarsi una pericoronite, un'infiammazione della mucosa che che ricopre la loro corona. I denti del giudizio spesso non trovano il loro spazio eruttivo, rimanendo inclusi o seminclusi. Dal punto di vista tecnico, l'estrazione dei denti del giudizio può richiedere un intervento più o meno invasivo a seconda della posizione del dente e dei suoi rapporti con le strutture anatomiche circostanti. In molti casi il terzo molare assume una posizione del tutto analoga a quella degli altri molari, e ad essi parallela, e la sua estrazione generalmente non presenta grandi difficoltà, né richiede un approccio chirurgico. Cosa che si traduce in un grande vantaggio per il paziente. Quando, invece, la posizione dei denti del giudizio è orizzontale e perpendicolare all'asse del dente contiguo, la loro estrazione è più problematica, e richiede un approccio chirurgico ben consapevole dell'anatomia della zona e della tecnica di estrazione più veloce e più ?innocua? per il paziente. In ogni caso, il dolore e il gonfiore che seguono l'intervento di estrazione dei denti del giudizio durano solo qualche giorno, e già nella terza giornata, solitamente, tutto torna alla normalità. La terapia farmacologia, poi, fornisce un validissimo supporto, mettendo al riparo da infezioni batteriche con l'assunzione dell'antibiotico, e minimizzando i sintomi dell'infiammazione postoperatoria grazie agli antidolorifici-antiinfiammatori.
Sono denti privi della possibilità di erompere naturalmente. Possono essere totalmente ricoperti da osso (inclusione ossea), o in parte da mucosa (inclusione osteomucosa). In ordine di frequenza possono rimanere inclusi gli ottavi superiori, gli inferiori, i canini superiori, occasionalmente gli altri. Sono denti privi della possibilità di erompere naturalmente. Possono essere totalmente ricoperti da osso (inclusione ossea), o in parte da mucosa (inclusione osteomucosa). In ordine di frequenza possono rimanere inclusi gli ottavi superiori, gli inferiori, i canini superiori, occasionalmente gli altri.
Con il termine dentiera si indica la protesi in resina rimovibile che si applica nei casi di edentulia (mancanza di denti) totale, la cui tenuta è dovuta alla precisa conformazione dei bordi rispetto alla linea mucogengivale. Con il termine dentiera si indica la protesi in resina rimovibile che si applica nei casi di edentulia (mancanza di denti) totale, la cui tenuta è dovuta alla precisa conformazione dei bordi rispetto alla linea mucogengivale.
Il dentifricio è una sostanza che si utilizza come coadiuvante nell'igiene orale domiciliare. Il dentifricio è una sostanza che si utilizza come coadiuvante nell'igiene orale domiciliare.
Dentifricio nella cui formula è contenuto il fluoro un minerale che penetra gli strati più superficiali dello smalto e si lega agli ioni calcio che formano l'idrossiapatite, ancorandoli insieme, in modo da renderli più resistenti allo sfaldamento da parte degli acidi della placca. Un dentifricio fluorato è pertanto più efficace nella prevenzione della carie dentaria rispetto al dentifricio non fluoratopurché siano rispettate le seguenti condizioni: il contatto tra il dentifricio e il dente non deve essere troppo fuggevole; il dentifricio deve contenere costantemente il fluoro sotto forma di sale solubile; il tenore di fluoruro sodico, potassico del dentifricio deve risultare sufficientemente elevato (0,50%). Dentifricio nella cui formula è contenuto il fluoro un minerale che penetra gli strati più superficiali dello smalto e si lega agli ioni calcio che formano l'idrossiapatite, ancorandoli insieme, in modo da renderli più resistenti allo sfaldamento da parte degli acidi della placca. Un dentifricio fluorato è pertanto più efficace nella prevenzione della carie dentaria rispetto al dentifricio non fluoratopurché siano rispettate le seguenti condizioni: il contatto tra il dentifricio e il dente non deve essere troppo fuggevole; il dentifricio deve contenere costantemente il fluoro sotto forma di sale solubile; il tenore di fluoruro sodico, potassico del dentifricio deve risultare sufficientemente elevato (0,50%).
Il ruolo dei dentifrici sbiancanti dovrebbe essere quello di liberare i denti dalla patina scura e riportarli al bianco splendente. Quando questo è ottenuto attraverso l'abrasione, però, il rischio è di abradere lo smalto dei denti che ne costituisce la principale protezione. Il ruolo dei dentifrici sbiancanti dovrebbe essere quello di liberare i denti dalla patina scura e riportarli al bianco splendente. Quando questo è ottenuto attraverso l'abrasione, però, il rischio è di abradere lo smalto dei denti che ne costituisce la principale protezione.
Tessuto dentale immediatamente sottostante la superficie dello smalto a livello della corona e del cemento a livello della radice. E' percorsa dai canali radiali chiamati tubuli dentinali al cui interno sono situati i prolungamenti degli odontoblasti. Racchiude la polpa dentaria. È detta anche avorio o sostanza eburnea. Tessuto dentale immediatamente sottostante la superficie dello smalto a livello della corona e del cemento a livello della radice. E' percorsa dai canali radiali chiamati tubuli dentinali al cui interno sono situati i prolungamenti degli odontoblasti. Racchiude la polpa dentaria. È detta anche avorio o sostanza eburnea.
Termine che indica lo sviluppo dei denti e la loro eruzione in bocca. Nell'uomo esistono due differenti dentizioni che si succedono nel tempo.
La prima dentizione prende vari nomi:
- di latte
- decidua
- di sostituzione.
E' composta in totale di 20 denti, che erompono tra i sei mesi e i tre anni, destinati ad essere sostituiti. Ogni arco dentale deciduo conta 10 denti così rappresentati:
4 incisivi
2 canini
4 molaretti
I primi dentini da latte a comparire sono gli incisivi centrali inferiori. Raramente possono essere già presenti in arcata alla nascita o, in altri casi, spuntare verso il primo anno di vita. Seguono i corrispettivi nell'arcata superiore, gli incisivi laterali inferiori e superiori, i primi molaretti, i canini e i secondi molaretti. I 4 molaretti decidui vengono rimpiazzati dai 4 premolari permanenti e i 6 molari permanenti non hanno un corrispettivo deciduo ed erompono in sequenza temporale dietro l'ultimo molaretto di latte. I 3 molari permanenti di ogni emiarcata sono anche definiti molare dei sei anni, dei dodici anni e dei diciotto anni per sottolineare l'epoca di eruzione. Oppure più semplicemente primo secondo e terzo molare. Il terzo molare, che spesso manca o rimane incluso, prende anche il nome di dente del giudizio. Se un dente permanente erompe prima della caduta del corrispettivo di latte, questi, generalmente, andrebbe estratto.Termine che indica lo sviluppo dei denti e la loro eruzione in bocca. Nell'uomo esistono due differenti dentizioni che si succedono nel tempo.
La prima dentizione prende vari nomi:
- di latte
- decidua
- di sostituzione.
E' composta in totale di 20 denti, che erompono tra i sei mesi e i tre anni, destinati ad essere sostituiti. Ogni arco dentale deciduo conta 10 denti così rappresentati:
4 incisivi
2 canini
4 molaretti
I primi dentini da latte a comparire sono gli incisivi centrali inferiori. Raramente possono essere già presenti in arcata alla nascita o, in altri casi, spuntare verso il primo anno di vita. Seguono i corrispettivi nell'arcata superiore, gli incisivi laterali inferiori e superiori, i primi molaretti, i canini e i secondi molaretti. I 4 molaretti decidui vengono rimpiazzati dai 4 premolari permanenti e i 6 molari permanenti non hanno un corrispettivo deciduo ed erompono in sequenza temporale dietro l'ultimo molaretto di latte. I 3 molari permanenti di ogni emiarcata sono anche definiti molare dei sei anni, dei dodici anni e dei diciotto anni per sottolineare l'epoca di eruzione. Oppure più semplicemente primo secondo e terzo molare. Il terzo molare, che spesso manca o rimane incluso, prende anche il nome di dente del giudizio. Se un dente permanente erompe prima della caduta del corrispettivo di latte, questi, generalmente, andrebbe estratto.
Fase della dentizione in cui sono presenti in arcata sia denti di latte (vedi) che permanenti. Fase della dentizione in cui sono presenti in arcata sia denti di latte (vedi) che permanenti.
Operazione di asportazione del tartaro sopra e sottogengivale che può essere effettuata con strumenti a mano o con apparecchi rotanti o vibranti ad ultrasuoni. Operazione di asportazione del tartaro sopra e sottogengivale che può essere effettuata con strumenti a mano o con apparecchi rotanti o vibranti ad ultrasuoni.
In medicina devitalizzare significa rendere inattiva la funzione di un organo. In odontoiatria il termine fa riferimento all'intervento di asportazione chirurgica, effettuato dal dentista, dell'organo della sensibilità del dente, la polpa dentale, nel caso in cui sia affetta da un processo infiammatorio irreversibile (pulpite). La pulpite, è responsabile di un mal di denti a carattere nevralgico, anche spontaneo, particolarmente acuto, che si esacerba sotto stimolo meccanico (pressione masticatoria), fisico (caldo, freddo) o chimico (dolce). Un dolore caratteristico che presenta picchi d'intensità elevata commisti a fasi di remissione. Di frequente il mal di denti da pulpite è resistente ai comuni analgesici e può essere arrestato definitivamente solo dall'intervento d'urgenza del dentista. In medicina devitalizzare significa rendere inattiva la funzione di un organo. In odontoiatria il termine fa riferimento all'intervento di asportazione chirurgica, effettuato dal dentista, dell'organo della sensibilità del dente, la polpa dentale, nel caso in cui sia affetta da un processo infiammatorio irreversibile (pulpite). La pulpite, è responsabile di un mal di denti a carattere nevralgico, anche spontaneo, particolarmente acuto, che si esacerba sotto stimolo meccanico (pressione masticatoria), fisico (caldo, freddo) o chimico (dolce). Un dolore caratteristico che presenta picchi d'intensità elevata commisti a fasi di remissione. Di frequente il mal di denti da pulpite è resistente ai comuni analgesici e può essere arrestato definitivamente solo dall'intervento d'urgenza del dentista.
Intervento odontoiatrico di asportazione della polpa dentaria infiammata (pulpite). Viene effettuato in anestesia locale. La polpa dentale viene raschiata via con particolari strumenti a mano o montati su trapano, dopodiché il canale radicolare viene disinfettato e riempito con particolari sostanze (cementi, guttaperca). La devitalizzazione, in sostanza, è il procedimento di trattamento di una pulpite, che inizia con l'asportazione dall'interno del dente, camera coronale e canale radicolare, dell'organo della sensibilità, la cosiddetta polpa dentale o dentaria. Nel gergo comune la polpa viene definita nervo, tale termine fa riferimento al fatto che la pulpite, spesso conseguenza di una carie penetrante, determina una forte nevralgia trigeminale. Quando si determina l'infiammazione del nervo, come già specificato, è proprio la devitalizzazione del dente compromesso il procedimento di cura elettivo. Intervento odontoiatrico di asportazione della polpa dentaria infiammata (pulpite). Viene effettuato in anestesia locale. La polpa dentale viene raschiata via con particolari strumenti a mano o montati su trapano, dopodiché il canale radicolare viene disinfettato e riempito con particolari sostanze (cementi, guttaperca). La devitalizzazione, in sostanza, è il procedimento di trattamento di una pulpite, che inizia con l'asportazione dall'interno del dente, camera coronale e canale radicolare, dell'organo della sensibilità, la cosiddetta polpa dentale o dentaria. Nel gergo comune la polpa viene definita nervo, tale termine fa riferimento al fatto che la pulpite, spesso conseguenza di una carie penetrante, determina una forte nevralgia trigeminale. Quando si determina l'infiammazione del nervo, come già specificato, è proprio la devitalizzazione del dente compromesso il procedimento di cura elettivo.
Diastema è un termine che in medicina sta ad indicare uno spazio anormale, una fessura, una separazione in un organo o in una parte di esso. In odontoiatria la parola diastema è spesso usata per indicare uno spazio che separa due denti. Diastema è un termine che in medicina sta ad indicare uno spazio anormale, una fessura, una separazione in un organo o in una parte di esso. In odontoiatria la parola diastema è spesso usata per indicare uno spazio che separa due denti.
Barriera di caoutchouc applicata in modo da impedire qualsiasi interferenza dell'ambiente orale sul dente o sui denti da trattare; barriera applicata per l'isolamento del campo di lavoro dalla saliva e dal sangue; strumento barriera utilizzato per evitare la contaminazione del campo di lavoro da parte dei fluidi orali. Barriera di caoutchouc applicata in modo da impedire qualsiasi interferenza dell'ambiente orale sul dente o sui denti da trattare; barriera applicata per l'isolamento del campo di lavoro dalla saliva e dal sangue; strumento barriera utilizzato per evitare la contaminazione del campo di lavoro da parte dei fluidi orali.
Azione di sfregamento dei denti. La continua attività del digrignare (bruxare) può portare ad abrasione delle superfici dentali, a sovraffaticamento della muscolatura masticatoria e a problemi alle articolazioni temporo-mandibolari. Azione di sfregamento dei denti. La continua attività del digrignare (bruxare) può portare ad abrasione delle superfici dentali, a sovraffaticamento della muscolatura masticatoria e a problemi alle articolazioni temporo-mandibolari.
Termine spesso usato per descrivere anormali forze funzionali e contatti impropri tra i denti superiori e inferiori. Termine spesso usato per descrivere anormali forze funzionali e contatti impropri tra i denti superiori e inferiori.
Dispositivo ortopedico fisso ad azione meccanica, usato per allargare trasversalmente il mascellare superiore. Nei soggetti in crescita separa le due parti che compongono il mascellare superiore a livello della sutura medio-palatina, che fino all'età di 16/17 anni non è ancora ossificata. Dispositivo ortopedico fisso ad azione meccanica, usato per allargare trasversalmente il mascellare superiore. Nei soggetti in crescita separa le due parti che compongono il mascellare superiore a livello della sutura medio-palatina, che fino all'età di 16/17 anni non è ancora ossificata.
Agente chimico applicato su superfici inanimate per distruggere i germi. Agente chimico applicato su superfici inanimate per distruggere i germi.
Fenomenologia infiammatoria provocata dall'eruzione anormale di un dente (esodontiasi è chiamato il processo di eruzione dentale) che spesso comporta complicazioni di ordine locale o generale. Frequente a carico dell'ottavo, conosciuto anche come terzo molare o dente del giudizio. Fenomenologia infiammatoria provocata dall'eruzione anormale di un dente (esodontiasi è chiamato il processo di eruzione dentale) che spesso comporta complicazioni di ordine locale o generale. Frequente a carico dell'ottavo, conosciuto anche come terzo molare o dente del giudizio.
La superficie del dente più distante dalla linea mediana delle arcate dentarie. La superficie del dente più distante dalla linea mediana delle arcate dentarie.
Zona delle arcate in cui mancano i denti. Zona delle arcate in cui mancano i denti.
Mancanza di denti. L'edentulia può essere totale o parziale a seconda che manchino solo alcuni denti o tutti. Mancanza di denti. L'edentulia può essere totale o parziale a seconda che manchino solo alcuni denti o tutti.
E' detto di soggetto al quale mancano tutti i denti di ambedue le arcate. E' detto di soggetto al quale mancano tutti i denti di ambedue le arcate.
Anelli di plastica che l'ortodonzista applica tra due denti per separarli dal contatto e creare spazio per l'applicazione delle bande ortodontiche. Anelli di plastica che l'ortodonzista applica tra due denti per separarli dal contatto e creare spazio per l'applicazione delle bande ortodontiche.
Interno del dente. Interno del dente.
Trattamento delle affezioni che colpiscono la radice e l'organo interno del dente: la polpa. L'Endodonzia è quella branca dell'odontoiatria che si occupa della morfologia, fisiologia e patologia della polpa dentale e dei tessuti periradicolari. Il suo studio e la sua pratica abbraccia le scienze cliniche e di base, compresa la biologia della polpa normale, nonché l'eziologia, la diagnosi, la prevenzione e il trattamento della patologia e delle lesioni della polpa e delle condizioni peri-radicolari ad esse associate. Trattamento delle affezioni che colpiscono la radice e l'organo interno del dente: la polpa. L'Endodonzia è quella branca dell'odontoiatria che si occupa della morfologia, fisiologia e patologia della polpa dentale e dei tessuti periradicolari. Il suo studio e la sua pratica abbraccia le scienze cliniche e di base, compresa la biologia della polpa normale, nonché l'eziologia, la diagnosi, la prevenzione e il trattamento della patologia e delle lesioni della polpa e delle condizioni peri-radicolari ad esse associate.
ENDODONZISTA O ENDODONTISTA
Odontoiatra specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei traumi ed infezioni della polpa dentale. Odontoiatra specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei traumi ed infezioni della polpa dentale.
Malformazione delle ossa mascellari e quindi dell'arcata dentaria per incompleto sviluppo in senso trasversale. Posizionamento della mascella superiore all'interno dell'inferiore. Malformazione delle ossa mascellari e quindi dell'arcata dentaria per incompleto sviluppo in senso trasversale. Posizionamento della mascella superiore all'interno dell'inferiore.
Altro nome dell'attacco epiteliale. Altro nome dell'attacco epiteliale.
Granuloma piogenico gengivale che si sviluppa durante la gravidanza. Il granuloma piogenico è una piccola massa acquisita, rotondeggiante, formata da tessuto di granulazione riccamente vascolarizzato, frequentemente con una superficie ulcerata, che aggetta dalla pelle o dalla mucosa. Granuloma piogenico gengivale che si sviluppa durante la gravidanza. Il granuloma piogenico è una piccola massa acquisita, rotondeggiante, formata da tessuto di granulazione riccamente vascolarizzato, frequentemente con una superficie ulcerata, che aggetta dalla pelle o dalla mucosa.
Dissoluzione della struttura dentale dovuta alla presenza di succhi acidi. E' spesso accompagnata da attrito e/o abrasione di vario grado. Cibi acidi, come succhi di limone o di frutta dovrebbero essere evitati in pazienti con segni di erosione. Dissoluzione della struttura dentale dovuta alla presenza di succhi acidi. E' spesso accompagnata da attrito e/o abrasione di vario grado. Cibi acidi, come succhi di limone o di frutta dovrebbero essere evitati in pazienti con segni di erosione.
Si formano a livello del colletto dei denti. Hanno forma a cuneo con margini netti, taglienti, con fondo liscio e ben strutturato. Si formano a livello del colletto dei denti. Hanno forma a cuneo con margini netti, taglienti, con fondo liscio e ben strutturato.
ESPANSORE PALATALE O DIASTATORE
Dispositivo ortopedico fisso ad azione meccanica, usato per allargare trasversalmente il mascellare superiore. Nei soggetti in crescita separa le due parti che compongono il mascellare superiore a livello della sutura medio_palatina, che fino all'età di 16/17 anni non è ancora ossificata. Dispositivo ortopedico fisso ad azione meccanica, usato per allargare trasversalmente il mascellare superiore. Nei soggetti in crescita separa le due parti che compongono il mascellare superiore a livello della sutura medio_palatina, che fino all'età di 16/17 anni non è ancora ossificata.
Particolare modo di porsi dell'odontoiatra contemporaneo nei confronti della pratica quotidiana. In generale si occupa di estetica dentale il professionista che in via prevalente dirige la sua attività di studio verso la valutazione e il trattamento delle molteplici condizioni del sistema dentale che portano ad alterazioni dell'estetica del sorriso. Porre in risalto questo tipo di approccio serve a compensare l'atteggiamento del passato verso le cure odontoiatriche. C'è stato un tempo in cui la guarigione della carie, della parodontopatia e delle affezioni disfunzionali del sistema masticatorio, era l'obiettivo principe da raggiungere. Spesso ciò avveniva trascurando importanti difetti residui: il paziente 'guarito' poteva non rimanere comunque soddisfatto dell'aspetto del suo sorriso. Oggi, data la diminuzione in quantità ed importanza delle vere e proprie malattie dentali, grazie alla prevenzione e all'aumentata attenzione e cura del proprio aspetto estetico, molti dentisti tendono a dedicarsi, spesso in via esclusiva, al trattamento dei difetti che alterano l'estetica dentale. Particolare modo di porsi dell'odontoiatra contemporaneo nei confronti della pratica quotidiana. In generale si occupa di estetica dentale il professionista che in via prevalente dirige la sua attività di studio verso la valutazione e il trattamento delle molteplici condizioni del sistema dentale che portano ad alterazioni dell'estetica del sorriso. Porre in risalto questo tipo di approccio serve a compensare l'atteggiamento del passato verso le cure odontoiatriche. C'è stato un tempo in cui la guarigione della carie, della parodontopatia e delle affezioni disfunzionali del sistema masticatorio, era l'obiettivo principe da raggiungere. Spesso ciò avveniva trascurando importanti difetti residui: il paziente 'guarito' poteva non rimanere comunque soddisfatto dell'aspetto del suo sorriso. Oggi, data la diminuzione in quantità ed importanza delle vere e proprie malattie dentali, grazie alla prevenzione e all'aumentata attenzione e cura del proprio aspetto estetico, molti dentisti tendono a dedicarsi, spesso in via esclusiva, al trattamento dei difetti che alterano l'estetica dentale.
Lamine ultrasottili di composito che s'incollano sulla faccia anteriore dei denti per migliorarne l'estetica. Lamine ultrasottili di composito che s'incollano sulla faccia anteriore dei denti per migliorarne l'estetica.
FACCETTE IN PORCELLANA O CERAMICA
Lamine ultrasottili di ceramica che s'incollano sulla faccia anteriore dei denti per migliorarne l'estetica. Lamine ultrasottili di ceramica che s'incollano sulla faccia anteriore dei denti per migliorarne l'estetica.
Strumento per l'igiene orale, usato per la pulizia meccanica degli spazi interdentali. Strumento per l'igiene orale, usato per la pulizia meccanica degli spazi interdentali.
Anormale apertura del tessuto gengivale attraverso la quale drena un ascesso periapicale. Anormale apertura del tessuto gengivale attraverso la quale drena un ascesso periapicale.
Altro termine per definire l'impianto dentale. Altro termine per definire l'impianto dentale.
FLUORIZZAZIONE DELLE ACQUE
Procedimento di addizione di fluoro nelle acque potabili allo scopo di prevenzione delle carie nella popolazione. La fluorizzazione delle acque potabili è praticata in numerosi Paesi, tra cui USA, Australia ed alcune zone della Gran Bretagna. Procedimento di addizione di fluoro nelle acque potabili allo scopo di prevenzione delle carie nella popolazione. La fluorizzazione delle acque potabili è praticata in numerosi Paesi, tra cui USA, Australia ed alcune zone della Gran Bretagna.
Difetto di mineralizzazione dei denti che si presentano nelle forme lievi con piccole screziature biancastre, opache o gessate che possono interessare parte o tutta la corona; nelle forme gravi invece la loro faccia vestibolare presenta un colorito rosso-brunastro. E' provocata dall'eccessiva ingestione di fluoro contenuto nelle acque o negli alimenti nel periodo di formazione della corona dentale. Difetto di mineralizzazione dei denti che si presentano nelle forme lievi con piccole screziature biancastre, opache o gessate che possono interessare parte o tutta la corona; nelle forme gravi invece la loro faccia vestibolare presenta un colorito rosso-brunastro. E' provocata dall'eccessiva ingestione di fluoro contenuto nelle acque o negli alimenti nel periodo di formazione della corona dentale.
L'apertura presente nel punto terminale della radice di un dente attraverso la quale il dente riceve le terminazioni nervose e i vasi sanguigni. E' un foro che mette in comunicazione l'interno del dente con la zona che circonda la radice. L'apertura presente nel punto terminale della radice di un dente attraverso la quale il dente riceve le terminazioni nervose e i vasi sanguigni. E' un foro che mette in comunicazione l'interno del dente con la zona che circonda la radice.
Recesso più profondo del vestibolo della bocca. Recesso più profondo del vestibolo della bocca.
Depressione o fossa dell'osso temporale nella quale si posiziona il condilo mandibolare; parte dell'articolazione temporomandibolare (ATM). Depressione o fossa dell'osso temporale nella quale si posiziona il condilo mandibolare; parte dell'articolazione temporomandibolare (ATM).
Il Frankel, chiamato anche morfocorrettore o morforegolatore funzionale, porta il nome dell'autore che lo ha progettato, il Dott. Rolf Frankel. E' un apparecchio capace di correggere la malocclusione per le modifiche che provoca della cosiddetta matrice funzionale, che, secondo la teoria di Moss, determina l'ambiente biofisico e biomeccanico necessario alla crescita scheletrica dei mascellari e allo sviluppo delle arcate dentarie. L'apparecchio di Frankel non rivolge la sua azione direttamente verso i denti o verso il tessuto scheletrico, ma piuttosto verso i disordini funzionali associati alle malformazioni dentoscheletriche. Il Frankel, chiamato anche morfocorrettore o morforegolatore funzionale, porta il nome dell'autore che lo ha progettato, il Dott. Rolf Frankel. E' un apparecchio capace di correggere la malocclusione per le modifiche che provoca della cosiddetta matrice funzionale, che, secondo la teoria di Moss, determina l'ambiente biofisico e biomeccanico necessario alla crescita scheletrica dei mascellari e allo sviluppo delle arcate dentarie. L'apparecchio di Frankel non rivolge la sua azione direttamente verso i denti o verso il tessuto scheletrico, ma piuttosto verso i disordini funzionali associati alle malformazioni dentoscheletriche.
Con il termine frenulectomia s'intende la rimozione o il riposizionamento chirurgico di un frenulo. In ortodonzia l'intervento di frenulectomia si esegue per facilitare la stabilità delle posizioni dentali una volta chiuso un diastema incisivo (frenulo mediano) se è presente un frenulo 'tetto-labiale', o per alleviare la trazione esercitata verso il basso sulla lingua (frenulo linguale) da un frenulo corto linguale. L'intervento di escissione del frenulo è previsto anche quando interferisce con un apparecchio protesico o provoca recessioni della gengiva o contribuisce a causare danni parodontali. Con il termine frenulectomia s'intende la rimozione o il riposizionamento chirurgico di un frenulo. In ortodonzia l'intervento di frenulectomia si esegue per facilitare la stabilità delle posizioni dentali una volta chiuso un diastema incisivo (frenulo mediano) se è presente un frenulo 'tetto-labiale', o per alleviare la trazione esercitata verso il basso sulla lingua (frenulo linguale) da un frenulo corto linguale. L'intervento di escissione del frenulo è previsto anche quando interferisce con un apparecchio protesico o provoca recessioni della gengiva o contribuisce a causare danni parodontali.
Il frenulo è un sottile filamento composto da fibre muscolari coperte da una membrana mucosa, che congiunge le guance, le labbra e la lingua alla mucosa dentale. Il frenulo può essere escisso (frenulectomia - frenectomia - frenotomia) o riposizionato (frenuloplastica) quando limita la mobilità della lingua fino a provocare anchiloglossia; quando contribuisce alla formazione di uno spazio tra i denti (diastema); quando interferisce con i bordi di una protesi; quando contribuisce a provocare danni parodontali o recessioni gengivali. Il frenulo è un sottile filamento composto da fibre muscolari coperte da una membrana mucosa, che congiunge le guance, le labbra e la lingua alla mucosa dentale. Il frenulo può essere escisso (frenulectomia - frenectomia - frenotomia) o riposizionato (frenuloplastica) quando limita la mobilità della lingua fino a provocare anchiloglossia; quando contribuisce alla formazione di uno spazio tra i denti (diastema); quando interferisce con i bordi di una protesi; quando contribuisce a provocare danni parodontali o recessioni gengivali.
Ogni dispositivo, rimovibile o fisso, progettato per effettuare cambiamenti dentali o scheletrici modificando ed utilizzando le forze neuromuscolari proprie del sistema stomatognatico (ad esempio Attivatore, Bionator). Ogni dispositivo, rimovibile o fisso, progettato per effettuare cambiamenti dentali o scheletrici modificando ed utilizzando le forze neuromuscolari proprie del sistema stomatognatico (ad esempio Attivatore, Bionator).
Tessuto molle che circonda i denti. Tessuto molle che circonda i denti.
E' la continuazione della gengiva marginale. E' la continuazione della gengiva marginale.
Circonda i denti a mo' di collare, costituisce la parete molle del solco gengivale e normalmente è poco più alta di 1 mm. Circonda i denti a mo' di collare, costituisce la parete molle del solco gengivale e normalmente è poco più alta di 1 mm.
Altro nome della gengiva marginale. Altro nome della gengiva marginale.
Aggettivo che sta ad indicare qualcosa di proprietà della gengiva, che riguarda la gengiva. Solco gengivale, Tasca gengivale, Recessione gengivale. Aggettivo che sta ad indicare qualcosa di proprietà della gengiva, che riguarda la gengiva. Solco gengivale, Tasca gengivale, Recessione gengivale.
Si caratterizzano per un aumento di volume di natura non infiammatoria, che non dipende da fattori irritativi locali, per incremento nel numero delle cellule. Si caratterizzano per un aumento di volume di natura non infiammatoria, che non dipende da fattori irritativi locali, per incremento nel numero delle cellule.
Si caratterizzano per un aumento di volume causato da cattiva igiene orale. Il quadro della gengivite ipertrofica in realtà è più complesso. Si caratterizzano per un aumento di volume causato da cattiva igiene orale. Il quadro della gengivite ipertrofica in realtà è più complesso.
Escissione chirurgica della gengiva a livello dell'attacco per la creazione di una nuova gengiva marginale. Procedura utilizzata per eliminare tasche gengivali o tasche parodontali o per procurare un accesso ai tessuti parodontali per interventi chirurgici o per guadagnare l'accesso necessario alla rimozione del tartaro all'interno delle tasche. Escissione chirurgica della gengiva a livello dell'attacco per la creazione di una nuova gengiva marginale. Procedura utilizzata per eliminare tasche gengivali o tasche parodontali o per procurare un accesso ai tessuti parodontali per interventi chirurgici o per guadagnare l'accesso necessario alla rimozione del tartaro all'interno delle tasche.
Tessuto gengivale infiammato e sanguinante, più di frequente causato dalle tossine batteriche della placca. Se non trattata la gengivite può portare alla parodontite. Tessuto gengivale infiammato e sanguinante, più di frequente causato dalle tossine batteriche della placca. Se non trattata la gengivite può portare alla parodontite.
Infiammazione della gengiva marginale. Infiammazione della gengiva marginale.
Rimodellamento chirurgico della gengiva e della papilla per la correzione di deformità e per portare la gengiva ad assumere una forma e una funzione normali. Rimodellamento chirurgico della gengiva e della papilla per la correzione di deformità e per portare la gengiva ad assumere una forma e una funzione normali.
L'intervento di germectomia consiste nell'asportazione chirurgica, generalmente in anestesia locale, del germe di un dente permanente. Si effettua più spesso sui denti del giudizio in formazione, prima che si formi la radice. La germectomia del terzo molare trova indicazione in ortodonzia, anche se la questione riguardante i rischi/benefici è tuttora controversa, per prevenire i rischi da inclusione in caso di deficit di spazio, o l'affollamento tardivo post trattamento legato alla spinta eruttiva. L'età più appropriata per l'intervento di germectomia dell'ottavo è tra i 12 e i 16 anni. L'intervento di germectomia consiste nell'asportazione chirurgica, generalmente in anestesia locale, del germe di un dente permanente. Si effettua più spesso sui denti del giudizio in formazione, prima che si formi la radice. La germectomia del terzo molare trova indicazione in ortodonzia, anche se la questione riguardante i rischi/benefici è tuttora controversa, per prevenire i rischi da inclusione in caso di deficit di spazio, o l'affollamento tardivo post trattamento legato alla spinta eruttiva. L'età più appropriata per l'intervento di germectomia dell'ottavo è tra i 12 e i 16 anni.
Depressione dell'osso temporale nella quale si posiziona il condilo mandibolare; parte dell'articolazione temporomandibolare (ATM). Depressione dell'osso temporale nella quale si posiziona il condilo mandibolare; parte dell'articolazione temporomandibolare (ATM).
La glossite è un'infiammazione acuta o cronica della lingua i cui sintomi sono# dolore, arrossamento e gonfiore. In corso di glossite la lingua perde la sua apparenza rugosa e si presenta levigata per via del fatto che le papille che ne rivestono il dorso tendono a diminuire di volume fino a scomparire.La glossite è un'infiammazione acuta o cronica della lingua i cui sintomi sono# dolore, arrossamento e gonfiore. In corso di glossite la lingua perde la sua apparenza rugosa e si presenta levigata per via del fatto che le papille che ne rivestono il dorso tendono a diminuire di volume fino a scomparire. Può presentarsi come affezione primaria oppure come sintomo di altri disturbi.
Le cause includono:
- Ereditarietà.
- Infezioni batteriche o virali.
- Esposizione ad irritanti come tabacco, alcool, cibi caldi o particolari spezie.
- Irritazioni meccaniche.
- Reazioni allergiche a dentifrici, collutori, materiali dentali, coloranti alimentari.
- Anemia.
- Carenze alimentari# Ferro, Vit. B2, Vit. B12, Acido folico, Niacina, Tiamina, Riboflavina, Zinco
La lingua di chi è affetto da glossite appare liscia, gonfia, arrossata, dolente, la sensazione che avverte in particolare è di bruciore, come se fosse scottata. In alcuni casi può essere asintomatica. Forme particolari di glossite sono la lingua a carta geografica, anche conosciuta come glossite migrante benigna, la glossite losangica mediana, difetto di sviluppo embrionale piuttosto che processo infiammatorio, e la lingua nigra villosa. In quest'ultima forma la lingua appare ricoperta di peluria nerastra a causa dell'allungamento e della discolorazione delle papille filiformi.
GLOSSITE ROMBOIDE MEDIANA
E' un'alterazione di sviluppo embriologico della lingua che, pur essendo definita glossite, non ha carattere patologico particolare. Si riconosce per la presenza sul dorso della lingua di una zona mediana di colore rosso scuro a forma grossolanamente romboide. E' un'alterazione di sviluppo embriologico della lingua che, pur essendo definita glossite, non ha carattere patologico particolare. Si riconosce per la presenza sul dorso della lingua di una zona mediana di colore rosso scuro a forma grossolanamente romboide.
Termine che indica in senso stretto la branca medica che si occupa delle mascelle e di quanto è loro connesso ossia denti, articolazione temporomandibolare (ATM), muscoli della masticazione e sistema nervoso. Termine che indica in senso stretto la branca medica che si occupa delle mascelle e di quanto è loro connesso ossia denti, articolazione temporomandibolare (ATM), muscoli della masticazione e sistema nervoso.
Lo gnatologo è l'odontoiatra che si occupa peculiarmente delle disarmonie dentomascellari, in particolare delle disfunzioni occlusali e dei disordini muscolari cranio-cervicali e temporomandibolari correlati. Lo gnatologo è l'odontoiatra che si occupa peculiarmente delle disarmonie dentomascellari, in particolare delle disfunzioni occlusali e dei disordini muscolari cranio-cervicali e temporomandibolari correlati.
Granuloma è un termine che in odontoiatria fa riferimento al tessuto infiammatorio cronico reattivo ad un'infezione o infiammazione del tessuto periapicale del dente provocata dalla necrosi pulpare. Il granuloma dal punto di vista istologico è caratterizzato dalla presenza di tessuto infiammatorio di granulazione, con capillari, fibre connettivali, infiltrato infiammatorio ed è espressione della capacità difensiva immunitaria nei confronti dell'aggressione cronica tossica e batterica dei tessuti peridentali. La funzione del granuloma è di circoscrivere la fonte dell'infiammazione impedendole di dilagare nel torrente sanguigno e di arrivare a ledere organi vitali. La dimensione del granuloma può variare da pochi millimetri ad un centimetro. In genere è asintomatico e può essere un reperto occasionale nel corso di esami radiografici periodici di controllo. Dal punto di vista radiologico il granuloma si evidenzia come una radiotrasparenza più o meno ampia, in corrispondenza di una delle varie porte di uscita del sistema dei canali radicolari, all'apice (da cui il nome di granuloma periapicale o semplicemente apicale), a lato della radice o al livello di una biforcazione. La terapia del granuloma è rappresentata dalla rimozione del contenuto infetto canalare, dalla detersione e sterilizzazione dello spazio endodontico e dal sigillo apicale dell'otturazione canalare. In seguito alla scomparsa dello stimolo tossico e batterico le cellule infiammatorie non accorrono più ed il tessuto del granuloma infiammatorio si trasforma gradualmente in un tessuto di granulazione riparativa che porterà alla neoformazione di trabecole ossee fino ad una ?restitutio ad integrum?. Se l'infiammazione avesse provocato riassorbimenti di porzioni di cemento o dentina radicolare, si avrà un rimodellamento ed una riparazione dell'apice per apposizione di neocemento. Granuloma è un termine che in odontoiatria fa riferimento al tessuto infiammatorio cronico reattivo ad un'infezione o infiammazione del tessuto periapicale del dente provocata dalla necrosi pulpare. Il granuloma dal punto di vista istologico è caratterizzato dalla presenza di tessuto infiammatorio di granulazione, con capillari, fibre connettivali, infiltrato infiammatorio ed è espressione della capacità difensiva immunitaria nei confronti dell'aggressione cronica tossica e batterica dei tessuti peridentali. La funzione del granuloma è di circoscrivere la fonte dell'infiammazione impedendole di dilagare nel torrente sanguigno e di arrivare a ledere organi vitali. La dimensione del granuloma può variare da pochi millimetri ad un centimetro. In genere è asintomatico e può essere un reperto occasionale nel corso di esami radiografici periodici di controllo. Dal punto di vista radiologico il granuloma si evidenzia come una radiotrasparenza più o meno ampia, in corrispondenza di una delle varie porte di uscita del sistema dei canali radicolari, all'apice (da cui il nome di granuloma periapicale o semplicemente apicale), a lato della radice o al livello di una biforcazione. La terapia del granuloma è rappresentata dalla rimozione del contenuto infetto canalare, dalla detersione e sterilizzazione dello spazio endodontico e dal sigillo apicale dell'otturazione canalare. In seguito alla scomparsa dello stimolo tossico e batterico le cellule infiammatorie non accorrono più ed il tessuto del granuloma infiammatorio si trasforma gradualmente in un tessuto di granulazione riparativa che porterà alla neoformazione di trabecole ossee fino ad una ?restitutio ad integrum?. Se l'infiammazione avesse provocato riassorbimenti di porzioni di cemento o dentina radicolare, si avrà un rimodellamento ed una riparazione dell'apice per apposizione di neocemento.
Il granuloma periapicale è una lesione cronica di natura infiammatoria, non suppurativa, dei tessuti che circondano l'apice della radice dentale, causata da affezioni settiche e necrosi della polpa radicolare per diffusione di germi e tossine al di la del forame radicolare. Il granuloma periapicalesi presenta come una masserella di tessuto molle (tessuto di granulazione), rotondeggiante, aderente all'apice di un dente non vitale e avvolto da una capsula fibrosa. Il granuloma periapicale è una lesione cronica di natura infiammatoria, non suppurativa, dei tessuti che circondano l'apice della radice dentale, causata da affezioni settiche e necrosi della polpa radicolare per diffusione di germi e tossine al di la del forame radicolare. Il granuloma periapicalesi presenta come una masserella di tessuto molle (tessuto di granulazione), rotondeggiante, aderente all'apice di un dente non vitale e avvolto da una capsula fibrosa.
Materiale gommoso usato in endodonzia per la chiusura dei canali radicolari. E' composta di gomma naturale, chimicamente un polimero dell'isoprene, ricavata da un albero: il Dichopsisgutta. Materiale gommoso usato in endodonzia per la chiusura dei canali radicolari. E' composta di gomma naturale, chimicamente un polimero dell'isoprene, ricavata da un albero: il Dichopsisgutta.
Apparecchio per la misurazione della quantità, in parti per bilione, dei composti volatili solforati presenti nell'aria espirata. Utilizzato nella diagnosi di alitosi. Apparecchio per la misurazione della quantità, in parti per bilione, dei composti volatili solforati presenti nell'aria espirata. Utilizzato nella diagnosi di alitosi.
Apparecchio di contenzione (retainer) rimovibile in resina e metallo, generalmente usato per stabilizzare i denti nelle loro nuove posizioni dopo il trattamento ortodontico. Apparecchio di contenzione (retainer) rimovibile in resina e metallo, generalmente usato per stabilizzare i denti nelle loro nuove posizioni dopo il trattamento ortodontico.
Apparecchi per l'igiene orale dotati di un serbatoio contenente acqua e di cannule che la emettono con un getto a pressione variabile. Si usano per la detersione meccanica dei denti. La loro utilità è limitata alla rimozione grossolana dei residui di cibo e placca batterica, non sostituiscono lo spazzolino né, tanto meno, il filo interdentale. Apparecchi per l'igiene orale dotati di un serbatoio contenente acqua e di cannule che la emettono con un getto a pressione variabile. Si usano per la detersione meccanica dei denti. La loro utilità è limitata alla rimozione grossolana dei residui di cibo e placca batterica, non sostituiscono lo spazzolino né, tanto meno, il filo interdentale.
Insieme delle procedure domiciliari e professionali per la rimozione di tartaro e placca batterica da denti e gengive. Insieme delle procedure domiciliari e professionali per la rimozione di tartaro e placca batterica da denti e gengive.
Dispositivo biocompatibile e biofunzionale posizionato in contatto con l'osso o incassato dentro l'osso al fine di sostenere una protesi fissa o rimovibile. Dispositivo biocompatibile e biofunzionale posizionato in contatto con l'osso o incassato dentro l'osso al fine di sostenere una protesi fissa o rimovibile.
L'implantologia dentale (endossea o endostea) consiste nell'inserimento nell'osso mascellare o mandibolare (privo del dente naturale) di pilastri artificiali (in materiale metallico, ceramico o sintetico) che, una volta integrati nell'osso stesso, potranno supportare un dente artificiale idoneo a svolgere la sua funzione. Con l'avvento dell' implantologia non è stato più necessario coinvolgere denti integri per sostituire denti mancanti, né applicare dentiere o comunque manufatti mobili. L'implantologia dentale (endossea o endostea) consiste nell'inserimento nell'osso mascellare o mandibolare (privo del dente naturale) di pilastri artificiali (in materiale metallico, ceramico o sintetico) che, una volta integrati nell'osso stesso, potranno supportare un dente artificiale idoneo a svolgere la sua funzione. Con l'avvento dell' implantologia non è stato più necessario coinvolgere denti integri per sostituire denti mancanti, né applicare dentiere o comunque manufatti mobili.
Sono i denti anteriori con margini taglienti, deputati, come sottolinea il nome, all'incisione dei cibi. Sono 4 superiori e 4 inferiori, 2 centrali e 2 laterali per ogni arcata. Sono i denti anteriori con margini taglienti, deputati, come sottolinea il nome, all'incisione dei cibi. Sono 4 superiori e 4 inferiori, 2 centrali e 2 laterali per ogni arcata.
Si verifica quando un dente risulta privo della possibilità di erompere naturalmente, rimanendo bloccato all'interno della compagine ossea. Il dente può essere ricoperto interamente da osso (inclusione totale o ossea), o in parte da mucosa (inclusione parziale o osteomucosa). Il dente che più frequentemente rimane incluso è l'ottavo superiore, seguito dal dente del giudizio inferiore e poi dal canino superiore, di scarsa incidenza a carico degli altri denti. Si verifica quando un dente risulta privo della possibilità di erompere naturalmente, rimanendo bloccato all'interno della compagine ossea. Il dente può essere ricoperto interamente da osso (inclusione totale o ossea), o in parte da mucosa (inclusione parziale o osteomucosa). Il dente che più frequentemente rimane incluso è l'ottavo superiore, seguito dal dente del giudizio inferiore e poi dal canino superiore, di scarsa incidenza a carico degli altri denti.
INCLUSO O IMPATTATO - DENTE
Un dente privo della possibilità di erompere naturalmente. Può essere totalmente ricoperto da osso (inclusione ossea), o in parte da mucosa (inclusione osteomucosa). In ordine di frequenza possono rimanere inclusi gli ottavi superiori, gli inferiori, i canini superiori, occasionalmente gli altri. Un dente privo della possibilità di erompere naturalmente. Può essere totalmente ricoperto da osso (inclusione ossea), o in parte da mucosa (inclusione osteomucosa). In ordine di frequenza possono rimanere inclusi gli ottavi superiori, gli inferiori, i canini superiori, occasionalmente gli altri.
L'indice di placca (PlI) (Silness J & Löe H), viene registrato, nel corso dell'esame clinico parodontale, in 6 siti per ciascun elemento dentale presente tramite sondaggio circonferenziale con sonda parodontale manuale. I 6 siti dentali considerati sono: buccale, mesio-buccale, disto-buccale, linguale, mesio-linguale e disto-linguale. Le sei misurazioni rilevate vengono sommate e divise per 6 per ottenere il PlI per singolo elemento. L'indice di placca per soggetto viene poi calcolato come media dell'indice dei singoli elementi (Media: somma degli indici dei singoli elementi dentali diviso il numero di elementi dentali considerati). In questo modo il parodontologo clinico ottiene una valutazione accurata della quantità di placca batterica non rimossa. L'indice di placca (PlI) (Silness J & Löe H), viene registrato, nel corso dell'esame clinico parodontale, in 6 siti per ciascun elemento dentale presente tramite sondaggio circonferenziale con sonda parodontale manuale. I 6 siti dentali considerati sono: buccale, mesio-buccale, disto-buccale, linguale, mesio-linguale e disto-linguale. Le sei misurazioni rilevate vengono sommate e divise per 6 per ottenere il PlI per singolo elemento. L'indice di placca per soggetto viene poi calcolato come media dell'indice dei singoli elementi (Media: somma degli indici dei singoli elementi dentali diviso il numero di elementi dentali considerati). In questo modo il parodontologo clinico ottiene una valutazione accurata della quantità di placca batterica non rimossa.
L'indice di sanguinamento del solco gengivale, misura, nel corso dell'esame clinico parodontale, la presenza di infiammazione della gengiva. Viene valutato a tal proposito il sanguinamento prodotto dal sondaggio in quattro punti (vestibolare, linguale, interprossimale mesiale e interprossimale distale) della gengiva che circonda ogni singolo dente. L'indice di sanguinamento del solco gengivale, misura, nel corso dell'esame clinico parodontale, la presenza di infiammazione della gengiva. Viene valutato a tal proposito il sanguinamento prodotto dal sondaggio in quattro punti (vestibolare, linguale, interprossimale mesiale e interprossimale distale) della gengiva che circonda ogni singolo dente.
L'intarsio dentale è uno speciale restauro effettuato sui denti posteriori, molari e premolari, in ceramica o in resina. Viene costruito in laboratorio e poi cementato sul dente precedentemente preparato per accoglierlo. Con l'intarsio dentale si ristabilisce la struttura anatomica di denti precedentemente affetti da carie in modo estetico. L'intarsio dentale è uno speciale restauro effettuato sui denti posteriori, molari e premolari, in ceramica o in resina. Viene costruito in laboratorio e poi cementato sul dente precedentemente preparato per accoglierlo. Con l'intarsio dentale si ristabilisce la struttura anatomica di denti precedentemente affetti da carie in modo estetico.
Rapporto di cotatto tra i denti posteriori (quelli della masticazione) dell'arcata superiore e dell'arcata inferiore. L'intercuspidazione dentale permette la triturazione dei cibi. Si distingue, in relazione all'aspetto funzionale, in buona o cattiva intercuspidazione. In senso ideale il miglior rapporto è quello tra le cuspidi di supporto e le creste marginali o le fosse dei denti antagonisti. Rapporto di cotatto tra i denti posteriori (quelli della masticazione) dell'arcata superiore e dell'arcata inferiore. L'intercuspidazione dentale permette la triturazione dei cibi. Si distingue, in relazione all'aspetto funzionale, in buona o cattiva intercuspidazione. In senso ideale il miglior rapporto è quello tra le cuspidi di supporto e le creste marginali o le fosse dei denti antagonisti.
Lo spazio tra denti adiacenti. Lo spazio tra denti adiacenti.
INTERPROSSIMALE - SUPERFICIE
Lasuperficie del dente che da verso lo spazio interprossimale. Lasuperficie del dente che da verso lo spazio interprossimale.
Aumento della gengiva di natura non infiammatoria, che non dipende da fattori irritativi locali, caratterizzato da un incremento nel numero delle cellule. Aumento della gengiva di natura non infiammatoria, che non dipende da fattori irritativi locali, caratterizzato da un incremento nel numero delle cellule.
IPERSENSIBILITA' DENTINALE O DENTALE
Reazione dolorosa del dente, a carattere acuto e improvviso, provocata dall'esposizione agli stimoli fisici (caldo e freddo), chimici, meccanici o osmotici ( dolce e salato). Reazione dolorosa del dente, a carattere acuto e improvviso, provocata dall'esposizione agli stimoli fisici (caldo e freddo), chimici, meccanici o osmotici ( dolce e salato).
Abnorme aumento della gengiva che circonda i denti, causato da cattiva igiene orale. Abnorme aumento della gengiva che circonda i denti, causato da cattiva igiene orale.
Congenita assenza di uno o più denti con riduzione del loro numero complessivo. Congenita assenza di uno o più denti con riduzione del loro numero complessivo.
Mancata formazione di alcune parti dello smalto che normalmente si osserva nella dentatura permanente, raramente nei denti decidui. I difetti colpiscono le stesse zone della corona dentale di denti omologhi, potendo interessare gruppi simmetrici di denti o anche tutti i denti. Si ritiene che tale affezione sia dovuta ad una turba metabolica che ha agito durante il periodo di formazione dello smalto, ma può anche essere causata da fattori genetici o locali. Le aree di ipoplasia, dove lo smalto si presenta estremamente sottile, hanno generalmente una colorazione più scura, giallastra o brunastra, e possono provocare danni estetici, dell'occlusione, oltre alla accentuazione della sensibilità dentale. La correzione può richiedere tecniche restaurative o protesiche (coronoplastica, faccette, corone). Mancata formazione di alcune parti dello smalto che normalmente si osserva nella dentatura permanente, raramente nei denti decidui. I difetti colpiscono le stesse zone della corona dentale di denti omologhi, potendo interessare gruppi simmetrici di denti o anche tutti i denti. Si ritiene che tale affezione sia dovuta ad una turba metabolica che ha agito durante il periodo di formazione dello smalto, ma può anche essere causata da fattori genetici o locali. Le aree di ipoplasia, dove lo smalto si presenta estremamente sottile, hanno generalmente una colorazione più scura, giallastra o brunastra, e possono provocare danni estetici, dell'occlusione, oltre alla accentuazione della sensibilità dentale. La correzione può richiedere tecniche restaurative o protesiche (coronoplastica, faccette, corone).
LEGAMENTO PARODONTALE O PERIODONTALE
Complesso sistema di fibre che lega il dente alla sua sede. E' un legamento sospensore in quanto ammortizza la spinta pressoria verticale sul dente. E' anche chiamato desmodonto o legamento alveolo-dentale. La sua distruzione causa mobilità dentale. Complesso sistema di fibre che lega il dente alla sua sede. E' un legamento sospensore in quanto ammortizza la spinta pressoria verticale sul dente. E' anche chiamato desmodonto o legamento alveolo-dentale. La sua distruzione causa mobilità dentale.
Leucoplasia è un termine che deriva dal greco: leucos=bianco, plasia=ispessimento. Si tratta infatti di chiazze biancastre che compaiono sulle mucose. Leucoplasia è un termine che deriva dal greco: leucos=bianco, plasia=ispessimento. Si tratta infatti di chiazze biancastre che compaiono sulle mucose.
Rimozione dei depositi di tartaro dalla superficie della radice al disotto della linea gengivale. In presenza di parodontite, l'operazione di levigatura delle radici mira a promuovere il riattacco dei tessuti di supporto alla superficie del dente. Rimozione dei depositi di tartaro dalla superficie della radice al disotto della linea gengivale. In presenza di parodontite, l'operazione di levigatura delle radici mira a promuovere il riattacco dei tessuti di supporto alla superficie del dente.
Rimozione dei depositi di tartaro dalla superficie della radice al disotto della linea gengivale. In presenza di parodontite, l'operazione di levigatura della superficie radicolare mira a promuovere il riattacco dei tessuti di supporto alla superficie del dente. Rimozione dei depositi di tartaro dalla superficie della radice al disotto della linea gengivale. In presenza di parodontite, l'operazione di levigatura della superficie radicolare mira a promuovere il riattacco dei tessuti di supporto alla superficie del dente.
Il lichen planus orale è una malattia piuttosto comune che può colpire sia la pelle che le mucose e in circa 7 casi su 10 interessa le mucose della bocca. Tutte le superfici della bocca possono essere interessate da questa malattia ed in particolare la mucosa delle guance e della lingua. Molto frequentemente la malattia si presenta come un reticolo biancastro, una specie di ragnatela, ma l'aspetto che il lichen planus può assumere quando colpisce le mucose della bocca, è variabile. Può presentarsi con aree arrossate che in alcuni casi rappresentano l'aspetto più caratteristico delle lesioni orali. Nei casi più gravi è frequente la comparsa di ulcere. Anche le gengive possono essere interessate dalla malattia ed in questo caso appaiono arrossate e sanguinano con facilità. Il lichen planus frequentemente non è associato a nessun disturbo. Qualora presenti i sintomi possono variare molto. In alcuni casi può provocare fastidio, bruciore e anche dolore, particolarmente in seguito all'assunzione di cibi o bevande irritanti (aceto, limone, spezie, superalcolici, ecc) o nel caso di una scadente igiene orale (abbondante presenza di placca e tartaro). Non è nota la causa che lo provoca. Il lichen planus viene considerata una malattia cronica infiammatoria su base immunitaria e come tale si caratterizza per l'azione aggressiva delle nostre cellule di difesa (come i linfociti) nei confronti dei nostri stessi tessuti (una specie di auto-aggressione, quindi). Non essendo ben individuata la causa del lichen planus non è ovviamente disponibile una cura in grado di guarire tale malattia in maniera definitiva. Esistono, tuttavia, alcuni farmaci (generalmente cortisonici ad uso locale in creme o gel) in grado di controllarne e spesso eliminarne i sintomi. Vanno evitati i cibi irritanti, ridotto il fumo e mantenuta la migliore igiene orale possibile mediante frequenti sedute di igiene orale professionale (la 'pulizia dei denti' eseguita dal dentista) e una scrupolosa igiene orale domiciliare. E' importante mettere in rilievo che il lichen planus non è una malattia infettiva e non può, pertanto, essere trasmessa attraverso alcun tipo di contatto. Il lichen planus orale è una malattia piuttosto comune che può colpire sia la pelle che le mucose e in circa 7 casi su 10 interessa le mucose della bocca. Tutte le superfici della bocca possono essere interessate da questa malattia ed in particolare la mucosa delle guance e della lingua. Molto frequentemente la malattia si presenta come un reticolo biancastro, una specie di ragnatela, ma l'aspetto che il lichen planus può assumere quando colpisce le mucose della bocca, è variabile. Può presentarsi con aree arrossate che in alcuni casi rappresentano l'aspetto più caratteristico delle lesioni orali. Nei casi più gravi è frequente la comparsa di ulcere. Anche le gengive possono essere interessate dalla malattia ed in questo caso appaiono arrossate e sanguinano con facilità. Il lichen planus frequentemente non è associato a nessun disturbo. Qualora presenti i sintomi possono variare molto. In alcuni casi può provocare fastidio, bruciore e anche dolore, particolarmente in seguito all'assunzione di cibi o bevande irritanti (aceto, limone, spezie, superalcolici, ecc) o nel caso di una scadente igiene orale (abbondante presenza di placca e tartaro). Non è nota la causa che lo provoca. Il lichen planus viene considerata una malattia cronica infiammatoria su base immunitaria e come tale si caratterizza per l'azione aggressiva delle nostre cellule di difesa (come i linfociti) nei confronti dei nostri stessi tessuti (una specie di auto-aggressione, quindi). Non essendo ben individuata la causa del lichen planus non è ovviamente disponibile una cura in grado di guarire tale malattia in maniera definitiva. Esistono, tuttavia, alcuni farmaci (generalmente cortisonici ad uso locale in creme o gel) in grado di controllarne e spesso eliminarne i sintomi. Vanno evitati i cibi irritanti, ridotto il fumo e mantenuta la migliore igiene orale possibile mediante frequenti sedute di igiene orale professionale (la 'pulizia dei denti' eseguita dal dentista) e una scrupolosa igiene orale domiciliare. E' importante mettere in rilievo che il lichen planus non è una malattia infettiva e non può, pertanto, essere trasmessa attraverso alcun tipo di contatto.
LINGUA A CARTA GEOGRAFICA
La lingua a carta geografica è una particolare forma di glossite di cui non si conosce la causa determinante ma che ha la tendenza a trasmettersi geneticamente. E' caratterizzata dalla perdita delle papille in alcune aree della lingua che, a causa di ciò, risultano lisce ed arrossate e si distribuiscono in modo da far apparire sulla superficie dorsale della lingua come un disegno di carta geografica che, oltretutto, muta repentinamente, da cui il secondo nome di questa affezione che è 'glossite migrante benigna'. La causa dell'affezione è sconosciuta ma si è notato che tende alla familiarità. Può essere asintomatica oppure presentarsi con una sensazione di bruciore. La lingua geografica guarisce spontaneamente ma può permanere per mesi e spesso ripresentarsi. La lingua a carta geografica è una particolare forma di glossite di cui non si conosce la causa determinante ma che ha la tendenza a trasmettersi geneticamente. E' caratterizzata dalla perdita delle papille in alcune aree della lingua che, a causa di ciò, risultano lisce ed arrossate e si distribuiscono in modo da far apparire sulla superficie dorsale della lingua come un disegno di carta geografica che, oltretutto, muta repentinamente, da cui il secondo nome di questa affezione che è 'glossite migrante benigna'. La causa dell'affezione è sconosciuta ma si è notato che tende alla familiarità. Può essere asintomatica oppure presentarsi con una sensazione di bruciore. La lingua geografica guarisce spontaneamente ma può permanere per mesi e spesso ripresentarsi.
La lingua fissurata, definita anche 'lingua plicata', è una condizione assolutamente benigna, che si riscontra di frequente nella popolazione: negli Stati Uniti l'incidenza oscilla tra il 2% e il 5%. Osservata in pazienti di tutte le età, può essere considerare una variante della normale architettura linguale che si presenta solcata da fessure più o meno profonde, fino a 6 mm, sul dorso e sui bordi laterali. Le depressioni a volte si interconnettono e, se molto profonde, fanno apparire il dorso della lingua come separato in lobuli. Normalmente è asintomatica, purché il dorso della lingua venga mantenuto pulito con lo spazzolamento, e pertanto non richiede terapia. Omettendo l'igiene, invece, possono trattenersi residui alimentari nella profondità delle fessure dando luogo a processi infiammatori (glossiti) e alitosi. La lingua fissurata, definita anche 'lingua plicata', è una condizione assolutamente benigna, che si riscontra di frequente nella popolazione: negli Stati Uniti l'incidenza oscilla tra il 2% e il 5%. Osservata in pazienti di tutte le età, può essere considerare una variante della normale architettura linguale che si presenta solcata da fessure più o meno profonde, fino a 6 mm, sul dorso e sui bordi laterali. Le depressioni a volte si interconnettono e, se molto profonde, fanno apparire il dorso della lingua come separato in lobuli. Normalmente è asintomatica, purché il dorso della lingua venga mantenuto pulito con lo spazzolamento, e pertanto non richiede terapia. Omettendo l'igiene, invece, possono trattenersi residui alimentari nella profondità delle fessure dando luogo a processi infiammatori (glossiti) e alitosi.
La lingua nera villosa è caratterizzata da un abnorme allungamento con contestuale alterazione di colore delle papille filiformi presenti sul dorso linguale che appare così colorato dal nero al marrone scuro. Le normali papille filiformi sono lunghe approssimativamente 1 mm, nei casi di lingua villosa la loro lunghezza può superare i 15 mm. E' un'affezione rara e benigna, più spesso asintomatica, la cui causa specifica risulta sconosciuta. Esistono fattori che predispongono all'ipertrofia e all'allungamento delle papille tipici della lingua villosa, così come all'iperproduzione di pigmenti da parte di batteri e funghi del cavo orale responsabili della loro alterazione di colore, ad esempio una cattiva igiene orale, l'assunzione di antibiotici a largo spettro, il fumo, la masticazione di tabacco, l'uso eccessivo di collutori che sviluppano ossigeno, la riduzione della produzione di saliva (xerostomia). La guarigione si ha con la sospensione del fattore predisponente unita allo spazzolamento del dorso della lingua con lo spazzolino da denti o, meglio ancora, con un apposito puliscilingua. La lingua nera villosa è caratterizzata da un abnorme allungamento con contestuale alterazione di colore delle papille filiformi presenti sul dorso linguale che appare così colorato dal nero al marrone scuro. Le normali papille filiformi sono lunghe approssimativamente 1 mm, nei casi di lingua villosa la loro lunghezza può superare i 15 mm. E' un'affezione rara e benigna, più spesso asintomatica, la cui causa specifica risulta sconosciuta. Esistono fattori che predispongono all'ipertrofia e all'allungamento delle papille tipici della lingua villosa, così come all'iperproduzione di pigmenti da parte di batteri e funghi del cavo orale responsabili della loro alterazione di colore, ad esempio una cattiva igiene orale, l'assunzione di antibiotici a largo spettro, il fumo, la masticazione di tabacco, l'uso eccessivo di collutori che sviluppano ossigeno, la riduzione della produzione di saliva (xerostomia). La guarigione si ha con la sospensione del fattore predisponente unita allo spazzolamento del dorso della lingua con lo spazzolino da denti o, meglio ancora, con un apposito puliscilingua.
Apparecchio usato per creare spazio nell'arcata inferiore attraverso un'azione di spinta sui molari. E' composto da un arco di filo metallico che si connette ai tubi buccali, rivestito nella parte anteriore da una struttura di plastica a cui si appoggia il labbro inferiore. Mangiando o parlando, ma anche a riposo, sforzandosi di tenere le labbra in contatto, il labbro inferiore si tende spingendo indietro i molari. Apparecchio usato per creare spazio nell'arcata inferiore attraverso un'azione di spinta sui molari. E' composto da un arco di filo metallico che si connette ai tubi buccali, rivestito nella parte anteriore da una struttura di plastica a cui si appoggia il labbro inferiore. Mangiando o parlando, ma anche a riposo, sforzandosi di tenere le labbra in contatto, il labbro inferiore si tende spingendo indietro i molari.
Il localizzatore apicale è uno strumento elettronico utilizzato in endodonzia per misurare la lunghezza del canale radicolare e impedire che nel corso della strumentazione canalare si oltrepassi il forame apicale. Il localizzatore apicale è uno strumento elettronico utilizzato in endodonzia per misurare la lunghezza del canale radicolare e impedire che nel corso della strumentazione canalare si oltrepassi il forame apicale.
LUSSAZIONE DELLA MANDIBOLA
La lussazione della mandibola si verifica quando il condilo mandibolare si porta al davanti dell'eminenza articolare e vi rimane senza rientrare nella sua sede articolare. Una causa di lussazione della mandibola sono i traumi mandibolari ma, frequentemente, può avvenire nel corso della masticazione o per un'azione di ampia apertura della bocca, ad esempio sbadigliando o ridendo. Questi casi sono generalmente dipendenti da una primitiva lassità dei legamenti dell'articolazione temporomandibolare, condizione più frequente nel sesso femminile, accoppiata con la tendenza del condilo mandibolare a rimanere al davanti della fossa articolare. Il trattamento dipende dalla frequenza degli episodi e dalla capacità del paziente a prevenire o ad autoridurre la lussazione. La lussazione della mandibola si verifica quando il condilo mandibolare si porta al davanti dell'eminenza articolare e vi rimane senza rientrare nella sua sede articolare. Una causa di lussazione della mandibola sono i traumi mandibolari ma, frequentemente, può avvenire nel corso della masticazione o per un'azione di ampia apertura della bocca, ad esempio sbadigliando o ridendo. Questi casi sono generalmente dipendenti da una primitiva lassità dei legamenti dell'articolazione temporomandibolare, condizione più frequente nel sesso femminile, accoppiata con la tendenza del condilo mandibolare a rimanere al davanti della fossa articolare. Il trattamento dipende dalla frequenza degli episodi e dalla capacità del paziente a prevenire o ad autoridurre la lussazione.
Patologia dell'apparato di sostegno dei denti che coinvolge gengive e osso alveolare fino a condurre a mobilità dentale e, come effetto finale, alla perdita dell'elemento stesso. Patologia dell'apparato di sostegno dei denti che coinvolge gengive e osso alveolare fino a condurre a mobilità dentale e, come effetto finale, alla perdita dell'elemento stesso.
Ogni deviazione rispetto all'occlusione normale/ideale. Ogni deviazione rispetto all'occlusione normale/ideale.
MALOCCLUSIONE - PRIMA CLASSE DI ANGLE
I rapporti tra i molari sono normali. Le malposizioni sono a carico dei denti frontali che presentano affollamento, protrusione, retrusione, spazi. I rapporti tra i molari sono normali. Le malposizioni sono a carico dei denti frontali che presentano affollamento, protrusione, retrusione, spazi.
MALOCCLUSIONE - SECONDA CLASSE DI ANGLE
I denti molari presentano un'occlusione distale simmetrica. Nella prima divisione il gruppo frontale è sporgente, nella seconda divisione è retroposizionato. I denti molari presentano un'occlusione distale simmetrica. Nella prima divisione il gruppo frontale è sporgente, nella seconda divisione è retroposizionato.
MALOCCLUSIONE - TERZA CLASSE
I molari presentano un'occlusione mesiale simmetrica. I molari presentano un'occlusione mesiale simmetrica.
Alterazione dei rapporti di combaciamento dei denti determinata da difetti di forma delle arcate e/o di allineamento dei denti all'interno delle arcate. Alterazione dei rapporti di combaciamento dei denti determinata da difetti di forma delle arcate e/o di allineamento dei denti all'interno delle arcate.
MALOCCLUSIONE SCHELETRICA
Alterazione dei rapporti di combaciamento dei denti determinata da difetti di crescita della mascella superiore e della mandibola. Alterazione dei rapporti di combaciamento dei denti determinata da difetti di crescita della mascella superiore e della mandibola.
Apparecchio fisso o mobile utilizzato in ortodonzia per mantenere lo spazio tra i denti. Apparecchio fisso o mobile utilizzato in ortodonzia per mantenere lo spazio tra i denti.
La superficie del dente più vicina alla linea mediana delle arcate dentarie. La superficie del dente più vicina alla linea mediana delle arcate dentarie.
Elemento soprannumerario localizzato tra i due incisivi centrali superiori. Elemento soprannumerario localizzato tra i due incisivi centrali superiori.
Anomalia di sviluppo della mascella inferiore (mandibola) che appare di volume ridotto per un rallentato sviluppo o per un arresto completo dell'accrescimento. Anomalia di sviluppo della mascella inferiore (mandibola) che appare di volume ridotto per un rallentato sviluppo o per un arresto completo dell'accrescimento.
Relazione di contatto tra denti superiori e inferiori. (occlusione). Relazione di contatto tra denti superiori e inferiori. (occlusione).
Quando, con le arcate dentarie in contatto, uno o più denti dell'arcata superiore non si sovrappongono (gli anteriori) o non entrano in intercuspidazione (i posteriori) con quelli dell'arcata inferiore. Quando, con le arcate dentarie in contatto, uno o più denti dell'arcata superiore non si sovrappongono (gli anteriori) o non entrano in intercuspidazione (i posteriori) con quelli dell'arcata inferiore.
Quando, con le arcate dentarie in contatto, uno o più denti dell'arcata superiore non si contrappongono nel regolare rapporto vestibolo-linguale con quelli dell'arcata inferiore. In particolare quando i denti superiori anziché essere posizionati più esterni rispetto agli inferiori sono più all'interno. Quando, con le arcate dentarie in contatto, uno o più denti dell'arcata superiore non si contrappongono nel regolare rapporto vestibolo-linguale con quelli dell'arcata inferiore. In particolare quando i denti superiori anziché essere posizionati più esterni rispetto agli inferiori sono più all'interno.
Quando i denti anteriori superiori occludono dietro i denti inferiori. Quando i denti anteriori superiori occludono dietro i denti inferiori.
Quando i denti anteriori superiori, in occlusione, si sovrappongono eccessivamente (coprono) ai denti anteriori inferiori. Quando i denti anteriori superiori, in occlusione, si sovrappongono eccessivamente (coprono) ai denti anteriori inferiori.
Infiammazione dei tessuti molli perimplantari. Nella mucosite i tessuti molli circostanti la fixture appaiono edematosi, arrossati e sanguinanti, ma non c'è coinvolgimento del tessuto osseo che circonda e trattiene l'impianto. Infiammazione dei tessuti molli perimplantari. Nella mucosite i tessuti molli circostanti la fixture appaiono edematosi, arrossati e sanguinanti, ma non c'è coinvolgimento del tessuto osseo che circonda e trattiene l'impianto.
Il nervo alveolare è deputato a portare la sensibilità ai denti. Le sue diramazioni penetrano attraverso il forame apicale, posto all'apice della radice di ogni dente. Il nervo alveolare superiore è una diramazione del nervo mandibolare e quello superiore del nervo mascellare, ambedue branche del trigemino. Il nervo alveolare è deputato a portare la sensibilità ai denti. Le sue diramazioni penetrano attraverso il forame apicale, posto all'apice della radice di ogni dente. Il nervo alveolare superiore è una diramazione del nervo mandibolare e quello superiore del nervo mascellare, ambedue branche del trigemino.
La relazione tra i denti mascellari e mandibolari nel momento in cui entrano in un contatto funzionale. La relazione tra i denti mascellari e mandibolari nel momento in cui entrano in un contatto funzionale.
Relazione armoniosa tra i denti e le altre componenti del sistema masticatorio. Relazione armoniosa tra i denti e le altre componenti del sistema masticatorio.
Branca della medicina che studia le affezioni dei denti e della bocca. Branca della medicina che studia le affezioni dei denti e della bocca.
Altra definizione del tartaro dentario. Altra definizione del tartaro dentario.
Tumore benigno proveniente dai tessuti dentari, costituito da dentina, smalto e cemento in proporzioni diverse dal dente normale. Tumore benigno proveniente dai tessuti dentari, costituito da dentina, smalto e cemento in proporzioni diverse dal dente normale.
Branca della medicina che studia le affezioni dei denti e della bocca. Branca della medicina che studia le affezioni dei denti e della bocca.
Incremento della distanza tra i denti delle due arcate; spazio tra i denti frontali superiori e gli inferiori quando i denti posteriori sono in contatto. Incremento della distanza tra i denti delle due arcate; spazio tra i denti frontali superiori e gli inferiori quando i denti posteriori sono in contatto.
Dentista specializzato in ortognatodonzia o, comunque, la cui esperienza e attività prevalente si svolge nel campo della diagnosi e trattamento delle irregolarità dei denti e dei mascellari. Dentista specializzato in ortognatodonzia o, comunque, la cui esperienza e attività prevalente si svolge nel campo della diagnosi e trattamento delle irregolarità dei denti e dei mascellari.
Branca dell'odontoiatria che tratta le irregolarità dei denti e la loro correzione. La parola deriva dai termini greci ortho= dritto, giusto, corretto e odous odontos= dente. Branca dell'odontoiatria che tratta le irregolarità dei denti e la loro correzione. La parola deriva dai termini greci ortho= dritto, giusto, corretto e odous odontos= dente.
Con 'ortodonzia fissa' s'intende l'utilizzo di apparecchi per la correzione dei disallineamenti dentali che l'ortodonzista incolla o cementa ai denti. Con 'ortodonzia fissa' s'intende l'utilizzo di apparecchi per la correzione dei disallineamenti dentali che l'ortodonzista incolla o cementa ai denti.
Definizione di un approccio al trattamento delle malocclusioni con apparecchi che non si notano quando applicati, capaci di non alterare l'estetica del sorriso in corso di trattamento. Definizione di un approccio al trattamento delle malocclusioni con apparecchi che non si notano quando applicati, capaci di non alterare l'estetica del sorriso in corso di trattamento.
Tecnica di ortodonzia in cui si utilizzano attacchi metallici incollati sulla superficie linguale dei denti. Tecnica di ortodonzia in cui si utilizzano attacchi metallici incollati sulla superficie linguale dei denti.
Con 'Ortodonzia mobile' s'intende l'utilizzo di apparecchi per la correzione dei disallineamenti dentali che è il paziente ad applicare e rimuovere dalle arcate dentarie. Con 'Ortodonzia mobile' s'intende l'utilizzo di apparecchi per la correzione dei disallineamenti dentali che è il paziente ad applicare e rimuovere dalle arcate dentarie.
Unica ed ampia lastra radiografica nella quale sono visibili tutti i denti e le loro strutture di sostegno. Unica ed ampia lastra radiografica nella quale sono visibili tutti i denti e le loro strutture di sostegno.
E' una tecnica radiografica con cui viene prodotta un'immagine d'insieme di ambedue le arcate dentarie e delle ossa mascellari. L'ortopantomografia è fondamentale per uno studio iniziale dello stato dei denti e dei loro tessuti di sostegno prima di un trattamento odontoiatrico. La pellicola RX prodotta con la tecnica di ortopantomografia è chiamata anche ortopanoramica delle arcate dentarie o radiografia panoramica dentale. E' una tecnica radiografica con cui viene prodotta un'immagine d'insieme di ambedue le arcate dentarie e delle ossa mascellari. L'ortopantomografia è fondamentale per uno studio iniziale dello stato dei denti e dei loro tessuti di sostegno prima di un trattamento odontoiatrico. La pellicola RX prodotta con la tecnica di ortopantomografia è chiamata anche ortopanoramica delle arcate dentarie o radiografia panoramica dentale.
Processo biologico che riguarda la qualità dell'interfaccia che si viene a creare tra radice impiantata (impianto dentale) e osso mascellare o mandibolare. Dall'osteointegrazione dipende la stabilità dell'impianto, si tratta in sostanza dell'adesione dell'osso intorno alle spire dell'impianto. Processo biologico che riguarda la qualità dell'interfaccia che si viene a creare tra radice impiantata (impianto dentale) e osso mascellare o mandibolare. Dall'osteointegrazione dipende la stabilità dell'impianto, si tratta in sostanza dell'adesione dell'osso intorno alle spire dell'impianto.
Osso che circonda e sostiene la radice del dente. Osso che circonda e sostiene la radice del dente.
Infiammazione dell'osso che circonda l'apice radicolare, spesso complicanza di una necrosi settica della polpa, che provoca riassorbimento della parete ossea alveolare. Infiammazione dell'osso che circonda l'apice radicolare, spesso complicanza di una necrosi settica della polpa, che provoca riassorbimento della parete ossea alveolare.
Collegamento strutturale e funzionale tra l'osso mascellare e l'impianto. L'osteointegrazione è un fenomeno biologico che è stato studiato dal Professor P. I. Branemark sulle radici in titanio impiantate nell'osso mascellare. Il Prof Branemark è uno dei pionieri dell'implantologia, definita per via di questo particolare legame radice-osso, da lui per primo osservato e descritto, osteointegrata. L'impianto osteointegrato è stabilmente incorporato nella compagine delle ossa mascellari in virtù della qualità dell'interfaccia che si viene a creare tra la radice artificiale e il tessuto osseo. Collegamento strutturale e funzionale tra l'osso mascellare e l'impianto. L'osteointegrazione è un fenomeno biologico che è stato studiato dal Professor P. I. Branemark sulle radici in titanio impiantate nell'osso mascellare. Il Prof Branemark è uno dei pionieri dell'implantologia, definita per via di questo particolare legame radice-osso, da lui per primo osservato e descritto, osteointegrata. L'impianto osteointegrato è stabilmente incorporato nella compagine delle ossa mascellari in virtù della qualità dell'interfaccia che si viene a creare tra la radice artificiale e il tessuto osseo.
Aspetto radiografico di area di rarefazione ossea intorno all'apice di un dente affetto da necrosi settica della polpa con infiammazione periapicale e riassorbimento della parete ossea alveolare. Aspetto radiografico di area di rarefazione ossea intorno all'apice di un dente affetto da necrosi settica della polpa con infiammazione periapicale e riassorbimento della parete ossea alveolare.
Termine popolare con cui si indicano le ricostruzioni dei denti affetti da carie. 'Ho un dente otturato', 'devo andare a farmi otturare un dente dal dentista', erano espressioni frequenti nel recente passato. Attualmente il termine otturazione è in disuso, sostituito da quello più appropriato di ricostruzione o di restauro dentale. I materiali più frequentemente impiegati per ricostruire la forma di un dente sono le resine con riempitivi vetrosi o, per i denti posteriori, gli intarsi in ceramica. Termine popolare con cui si indicano le ricostruzioni dei denti affetti da carie. 'Ho un dente otturato', 'devo andare a farmi otturare un dente dal dentista', erano espressioni frequenti nel recente passato. Attualmente il termine otturazione è in disuso, sostituito da quello più appropriato di ricostruzione o di restauro dentale. I materiali più frequentemente impiegati per ricostruire la forma di un dente sono le resine con riempitivi vetrosi o, per i denti posteriori, gli intarsi in ceramica.
Sovrapposizione verticale tra i denti anteriori superiori e gli inferiori. L'eccesso di overbite prende il nome di morso profondo o deep bite, il difetto di morso aperto o open bite. Sovrapposizione verticale tra i denti anteriori superiori e gli inferiori. L'eccesso di overbite prende il nome di morso profondo o deep bite, il difetto di morso aperto o open bite.
Proiezione orizzontale dei denti superiori avanti agli inferori. Proiezione orizzontale dei denti superiori avanti agli inferori.
Radiografia tomografica dei mascellari, effettuata con una speciale macchina progettata per riprendere su lastra un'immagine panoramica di ambedue gli archi mascellari e dentali. Radiografia tomografica dei mascellari, effettuata con una speciale macchina progettata per riprendere su lastra un'immagine panoramica di ambedue gli archi mascellari e dentali.
Denominazione che assume la gengiva che occupa gli spazi interdentali. Denominazione che assume la gengiva che occupa gli spazi interdentali.
Dispositivo usato per proteggere la bocca da colpi quando si partecipa ad attività sportive. L'uso del paradenti è importante specie per i pazienti sottoposti a trattamento ortodontico con apparecchi fissi, per prevenire incidenti. Dispositivo usato per proteggere la bocca da colpi quando si partecipa ad attività sportive. L'uso del paradenti è importante specie per i pazienti sottoposti a trattamento ortodontico con apparecchi fissi, per prevenire incidenti.
Forma di danno parodontale di natura infiammatoria che colpisce gli adulti e che è caratterizzato dalla distruzione dell'osso alveolare che sostiene i denti. Forma di danno parodontale di natura infiammatoria che colpisce gli adulti e che è caratterizzato dalla distruzione dell'osso alveolare che sostiene i denti.
PARADENTOSI O PARODONTOSI
Degenerazione dei tessuti parodontali che vanno incontro ad un'atrofia progressiva. Nella sua progressione può portare alla mobilità e alla caduta dei denti. La forma più comune di paradontosi è l'atrofia senile, in cui la gengiva si ritira a mano a mano che l'osso alveolare viene riassorbito restandogli ben aderente. I denti rimangono saldi fino ai gradi più avanzati della paradentosi. Nella paradentosi i fenomeni infiammatori sono in genere minimi. Per la prevenzione è necessario che lo stato dei tessuti parodontali sia ottimale. Degenerazione dei tessuti parodontali che vanno incontro ad un'atrofia progressiva. Nella sua progressione può portare alla mobilità e alla caduta dei denti. La forma più comune di paradontosi è l'atrofia senile, in cui la gengiva si ritira a mano a mano che l'osso alveolare viene riassorbito restandogli ben aderente. I denti rimangono saldi fino ai gradi più avanzati della paradentosi. Nella paradentosi i fenomeni infiammatori sono in genere minimi. Per la prevenzione è necessario che lo stato dei tessuti parodontali sia ottimale.
Lo stesso che Parodonto. Lo stesso che Parodonto.
E' la forma infiammatoria acuta della paradenziopatia, differente nel quadro clinico dalla paradontosi che è un'affezione di natura degenerativa. La paradontite acuta si presenta con gonfiore, dolore, arrossamento e sanguinamento delle gengive. La causa è la placca batterica che si annida in profondità, con formazione di tasche parodontali, dopo aver contribuito al riassorbimento dell'osso che circonda la radice del dente. L'affezione colpisce prevalentemente gli adulti. E' la forma infiammatoria acuta della paradenziopatia, differente nel quadro clinico dalla paradontosi che è un'affezione di natura degenerativa. La paradontite acuta si presenta con gonfiore, dolore, arrossamento e sanguinamento delle gengive. La causa è la placca batterica che si annida in profondità, con formazione di tasche parodontali, dopo aver contribuito al riassorbimento dell'osso che circonda la radice del dente. L'affezione colpisce prevalentemente gli adulti.
PARODONTITE APICALE O PERIODONTITE APICALE
Affezione infiammatoria acuta o cronica del tessuto parodontale, o parodonto, circostante l'apice radicolare. Affezione infiammatoria acuta o cronica del tessuto parodontale, o parodonto, circostante l'apice radicolare.
PARODONTITE MARGINALE O PERIODONTITE MARGINALE
Forma di danno parodontale di natura infiammatoria che colpisce gli adulti e che è caratterizzato dal riassorbimento della parte più coronale dell'alveolo osseo, denominato cresta marginale. Rappresenta l'evoluzione di una gengivite marginale. Forma di danno parodontale di natura infiammatoria che colpisce gli adulti e che è caratterizzato dal riassorbimento della parte più coronale dell'alveolo osseo, denominato cresta marginale. Rappresenta l'evoluzione di una gengivite marginale.
PARODONTITE O PERIODONTITE
La parodontite è una forma di danno parodontale di natura infiammatoria che colpisce gli adulti e che è caratterizzato dalla distruzione dell'osso alveolare che sostiene i denti. La parodontite è una forma di danno parodontale di natura infiammatoria che colpisce gli adulti e che è caratterizzato dalla distruzione dell'osso alveolare che sostiene i denti.
PARODONTITE PROFONDA O PERIODONTITE PROFONDA
Forma di danno parodontale di natura infiammatoria che colpisce gli adulti, conseguente all'evoluzione della parodontite marginale. Le lesioni si aggravano per l'ulteriore riassorbimento osseo, per la migrazione dell'epitelio giunzionale e per il vacillamento dei denti. Forma di danno parodontale di natura infiammatoria che colpisce gli adulti, conseguente all'evoluzione della parodontite marginale. Le lesioni si aggravano per l'ulteriore riassorbimento osseo, per la migrazione dell'epitelio giunzionale e per il vacillamento dei denti.
Insieme dei tessuti che circondano e sostengono i denti; composto da gengiva, osso alveolare, legamento alveolo dentale, cemento radicolare. Insieme dei tessuti che circondano e sostengono i denti; composto da gengiva, osso alveolare, legamento alveolo dentale, cemento radicolare.
Termine che deriva dal greco e significa studio di tutto ciò che sta intorno al dente e che gli dà sostegno. Termine che deriva dal greco e significa studio di tutto ciò che sta intorno al dente e che gli dà sostegno.
Odontoiatra con area di esperienza nella diagnosi e nel trattamento delle affezioni dei tessuti che circondano e sostengono i denti, in special modo parodonto e gengive. Odontoiatra con area di esperienza nella diagnosi e nel trattamento delle affezioni dei tessuti che circondano e sostengono i denti, in special modo parodonto e gengive.
Lo stesso che Malattia parodontale. Lo stesso che Malattia parodontale.
Branca dell'odontoiatria che tratta la cura dei denti dei bambini. Branca dell'odontoiatria che tratta la cura dei denti dei bambini.
Odontoiatra con area di esperienza nella cura dei denti dei bambini. Odontoiatra con area di esperienza nella cura dei denti dei bambini.
Raccolta di pus che si forma inizialmente intorno all'apice radicolare e che tende a propagarsi ai tessuti circostanti e ad esteriorizzare attraverso la gengiva e le parti molli. Le cause infettive sono le più frequenti. I materiali settici contenuti nel canale radicolare, germi e tossine, possono migrare verso i tessuti periapicali, attraverso il forame apicale, e determinare la reazione infiammatoria. Raccolta di pus che si forma inizialmente intorno all'apice radicolare e che tende a propagarsi ai tessuti circostanti e ad esteriorizzare attraverso la gengiva e le parti molli. Le cause infettive sono le più frequenti. I materiali settici contenuti nel canale radicolare, germi e tossine, possono migrare verso i tessuti periapicali, attraverso il forame apicale, e determinare la reazione infiammatoria.
Infiammazione acuta della gengiva che circonda un dente parzialmente erotto che si gonfia, è dolente e arrossata. Spesso la situazione è aggravata dal trauma masticatorio che in questi casi può determinarsi a carico del tessuto edematoso. Al disotto della gengiva che ricopre un dente non erotto completamente, possono depositarsi e trattenersi liquidi, residui alimentari e batteri, provocando la sua infiammazione. Il trattamento della pericoronite implica la pulizia completa del tessuto dalla placca batterica. In alcuni casi può essere indicata l'escissione chirurgica del cappuccio gengivale. Infiammazione acuta della gengiva che circonda un dente parzialmente erotto che si gonfia, è dolente e arrossata. Spesso la situazione è aggravata dal trauma masticatorio che in questi casi può determinarsi a carico del tessuto edematoso. Al disotto della gengiva che ricopre un dente non erotto completamente, possono depositarsi e trattenersi liquidi, residui alimentari e batteri, provocando la sua infiammazione. Il trattamento della pericoronite implica la pulizia completa del tessuto dalla placca batterica. In alcuni casi può essere indicata l'escissione chirurgica del cappuccio gengivale.
Infiammazione e/o infezione dei tessuti che circondano l'impianto. La perimplantite si caratterizza per il coinvolgimento nel processo infiammatorio del tessuto osseo circostante l'impianto. Se non controllata può portare alla mobilizzazione e perdita della fixture. Infiammazione e/o infezione dei tessuti che circondano l'impianto. La perimplantite si caratterizza per il coinvolgimento nel processo infiammatorio del tessuto osseo circostante l'impianto. Se non controllata può portare alla mobilizzazione e perdita della fixture.
PERIODONTOPATIA O PARADENZIOPATIA
Malattia dell'apparato di sostegno dei denti che coinvolge gengive e osso alveolare fino a condurre a mobilità dentale e, come effetto finale, alla perdita dell'elemento dentale stesso. Malattia dell'apparato di sostegno dei denti che coinvolge gengive e osso alveolare fino a condurre a mobilità dentale e, come effetto finale, alla perdita dell'elemento dentale stesso.
Processo di sviluppo dei denti permanenti, che inizia con la comparsa verso i 5/6 anni dei primi molari permanenti, e termina con l'eruzione, intorno ai 18 anni, dei denti del giudizio. Processo di sviluppo dei denti permanenti, che inizia con la comparsa verso i 5/6 anni dei primi molari permanenti, e termina con l'eruzione, intorno ai 18 anni, dei denti del giudizio.
Il pilastro di guarigione viene avvitato sulla radice artificiale impiantata durante la fase di guarigione dei tessuti molli e viene in seguito sostituito da un pilastro definitivo appropriato. Viene anche definito vite di guarigione o di chiusura. Il pilastro di guarigione viene avvitato sulla radice artificiale impiantata durante la fase di guarigione dei tessuti molli e viene in seguito sostituito da un pilastro definitivo appropriato. Viene anche definito vite di guarigione o di chiusura.
Termine popolare con cui si indicano le ricostruzioni dei denti affetti da carie. 'Ho un dente piombato', 'devo andare a farmi piombare un dente', erano espressioni frequenti nel recente passato. Attualmente il termine piombatura è in disuso assieme al materiale a cui impropriamente si riferiva: l'amalgama d'argento. Termine popolare con cui si indicano le ricostruzioni dei denti affetti da carie. 'Ho un dente piombato', 'devo andare a farmi piombare un dente', erano espressioni frequenti nel recente passato. Attualmente il termine piombatura è in disuso assieme al materiale a cui impropriamente si riferiva: l'amalgama d'argento.
Stadio acuto, suppurativo, della malattia infiammatoria che colpisce i tessuti parodontali. Anche detta piorrea alveolare per sottolineare la fuoriuscita di pus dall'alveolo. Stadio acuto, suppurativo, della malattia infiammatoria che colpisce i tessuti parodontali. Anche detta piorrea alveolare per sottolineare la fuoriuscita di pus dall'alveolo.
Sostanza appiccicosa di colore bianco-giallastro che si fissa saldamente ai denti, formata da residui di cibo colonizzati da batteri che sopravvivono e si riproducono al suo interno cibandosi degli zuccheri in essa presenti. E' causa di gengiviti, parodontiti e carie dentaria. Sostanza appiccicosa di colore bianco-giallastro che si fissa saldamente ai denti, formata da residui di cibo colonizzati da batteri che sopravvivono e si riproducono al suo interno cibandosi degli zuccheri in essa presenti. E' causa di gengiviti, parodontiti e carie dentaria.
La placca dentale è l'altro nome con cui viene definita la placca batterica. Si tratta di un deposito di innumerevoli specie di microrganismi inglobati in una matrice formata da prodotti derivanti dal metabolismo batterico, cellule di sfaldamento della mucosa del cavo orale, sostanze che derivano dalla saliva, dal siero ematico e dagli alimenti. E' la causa, riconosciuta universalmente, delle più importanti malattie dentarie: carie e malattia parodontale. La placca dentale è l'altro nome con cui viene definita la placca batterica. Si tratta di un deposito di innumerevoli specie di microrganismi inglobati in una matrice formata da prodotti derivanti dal metabolismo batterico, cellule di sfaldamento della mucosa del cavo orale, sostanze che derivano dalla saliva, dal siero ematico e dagli alimenti. E' la causa, riconosciuta universalmente, delle più importanti malattie dentarie: carie e malattia parodontale.
POLPA - CORNETTO DELLA POLPA O PULPARE
La porzione della polpa camerale che si estende verso la cuspide. La porzione della polpa camerale che si estende verso la cuspide.
La porzione della polpa che sta all'interno della corona del dente. La porzione della polpa che sta all'interno della corona del dente.
Il tessuto molle (non calcificato) situato all'interno del dente; composto prevalentemente di vasi sanguigni e nervi. Si distingue in polpa camerale, la porzione situata nella corona, e polpa radicolare, quella che percorre l'interno del canale radicolare. Il tessuto molle (non calcificato) situato all'interno del dente; composto prevalentemente di vasi sanguigni e nervi. Si distingue in polpa camerale, la porzione situata nella corona, e polpa radicolare, quella che percorre l'interno del canale radicolare.
La porzione della polpa che sta all'interno della radice del dente. La porzione della polpa che sta all'interno della radice del dente.
Il posizionatore è un apparecchio di contenzione e rifinitura del trattamento ortodontico. Il posizionatore è un apparecchio di contenzione e rifinitura del trattamento ortodontico.
1) La postura è la capacità del nostro corpo di assumere e cambiare posizione nell'ambiente di vita. 2) E' l'assetto tridimensionale spaziale dei vari piani e segmenti del corpo somatico. 3) E' la posizione che il corpo assume per controbilanciare la forza di gravità in una situazione di riposo o in movimento. 4) E' la posizione che il corpo assume per controbilanciare la forza di gravità in una situazione di riposo o in movimento. 4) E' la posizione che il corpo assume sia da fermo che in movimento. 5) La postura è la posizione che il corpo assume nella vita di relazione ed é corretta quando le varie parti del corpo si dispongono in maniera fisiologica. 6) E' la disponibilità e la capacità di una persona di mettere in relazione le varie parti del corpo in modo da assicurare ora e per il futuro la massima efficienza nella funzione comportamentale e nel funzionamento psicologico. 7) E' la scienza del corretto allineamento e della corretta gestione motoria del corpo umano in rapporto alla forza di gravità. 8) La postura è la sinergia con cui le varie parti del corpo nella loro interezza psicofisica concorrono all'attuazione di qualsiasi gesto. 9) E' il linguaggio non verbale del soggetto. 10) E' ciascuna delle posizioni assunte dal corpo contraddistinta da particolari rapporti tra i diversi segmenti somatici. 1) La postura è la capacità del nostro corpo di assumere e cambiare posizione nell'ambiente di vita. 2) E' l'assetto tridimensionale spaziale dei vari piani e segmenti del corpo somatico. 3) E' la posizione che il corpo assume per controbilanciare la forza di gravità in una situazione di riposo o in movimento. 4) E' la posizione che il corpo assume per controbilanciare la forza di gravità in una situazione di riposo o in movimento. 4) E' la posizione che il corpo assume sia da fermo che in movimento. 5) La postura è la posizione che il corpo assume nella vita di relazione ed é corretta quando le varie parti del corpo si dispongono in maniera fisiologica. 6) E' la disponibilità e la capacità di una persona di mettere in relazione le varie parti del corpo in modo da assicurare ora e per il futuro la massima efficienza nella funzione comportamentale e nel funzionamento psicologico. 7) E' la scienza del corretto allineamento e della corretta gestione motoria del corpo umano in rapporto alla forza di gravità. 8) La postura è la sinergia con cui le varie parti del corpo nella loro interezza psicofisica concorrono all'attuazione di qualsiasi gesto. 9) E' il linguaggio non verbale del soggetto. 10) E' ciascuna delle posizioni assunte dal corpo contraddistinta da particolari rapporti tra i diversi segmenti somatici.
Espressione somatica dell'atteggiamento relazionale dello psicosoma umano con la propria interiorità e con l'ambiente che lo circonda. Espressione somatica dell'atteggiamento relazionale dello psicosoma umano con la propria interiorità e con l'ambiente che lo circonda.
Nonostante la posturologia in altri Paesi e soprattutto in Francia sia una scienza autonoma, in Italia non esiste di fatto come specializzazione. Ciò ha fatto sì, essendo la definizione di 'posturologo' un titolo non ufficiale, che esso sia stato abusato da operatori senza competenza e cultura appropriata nel campo medico, in altre parole da furbi personaggi con una verniciatura nozionistica definiti una volta 'ciarlatani'. Allo stato attuale delle cose la qualifica di posturologo non è dunque fornita da alcuna Istituzione uficiale dello Stato italiano. Altresì molti operatori sanitari legittimati da una Laurea in Medicina e Chirurgia hanno allargato il proprio campo di interesse specifico di branca e operano in una visione sinottica dell'atteggiamento psicosomatico del paziente, mostrando così nella teoria e nella pratica un atteggiamento di intereresse alla posturologia supportato da nozioni sul funzionamento del corpo umano derivanti da un Corso di laurea specialistico. In particolare possono essere rinvenuti tra gli stessi medici generali e tra specializzazioni come l'odontostomatologia, l'ortodonzia, l'oculistica, la fisiatria, l'ortopedia, la neurologia ed altre. Alcuni di essi, resi particolarmente esperti da una prolungata esperienza a fianco dei colleghi cointeressati, sono in grado di fare da 'direttori dei lavori' nei casi, molto frequenti, in cui sia necessaria una collaborazione in team polispecialistico. Nonostante la posturologia in altri Paesi e soprattutto in Francia sia una scienza autonoma, in Italia non esiste di fatto come specializzazione. Ciò ha fatto sì, essendo la definizione di 'posturologo' un titolo non ufficiale, che esso sia stato abusato da operatori senza competenza e cultura appropriata nel campo medico, in altre parole da furbi personaggi con una verniciatura nozionistica definiti una volta 'ciarlatani'. Allo stato attuale delle cose la qualifica di posturologo non è dunque fornita da alcuna Istituzione uficiale dello Stato italiano. Altresì molti operatori sanitari legittimati da una Laurea in Medicina e Chirurgia hanno allargato il proprio campo di interesse specifico di branca e operano in una visione sinottica dell'atteggiamento psicosomatico del paziente, mostrando così nella teoria e nella pratica un atteggiamento di intereresse alla posturologia supportato da nozioni sul funzionamento del corpo umano derivanti da un Corso di laurea specialistico. In particolare possono essere rinvenuti tra gli stessi medici generali e tra specializzazioni come l'odontostomatologia, l'ortodonzia, l'oculistica, la fisiatria, l'ortopedia, la neurologia ed altre. Alcuni di essi, resi particolarmente esperti da una prolungata esperienza a fianco dei colleghi cointeressati, sono in grado di fare da 'direttori dei lavori' nei casi, molto frequenti, in cui sia necessaria una collaborazione in team polispecialistico.
Si parla di progenismo quando la mandibola è posizionata in avanti rispetto al mascellare superiore. Si parla di progenismo quando la mandibola è posizionata in avanti rispetto al mascellare superiore.
In ortodonzia è la sporgenza in avanti delle mascelle; può essere relativa o falsa (quando è solo apparente, valutata clinicamente rispetto alla controparte scheletrica) o assoluta e vera (in riferimento alla verticale tracciata dalla radice del naso, perpendicolare al piano di Francoforte); si determina a carico del mascellare superiore, della mandibola o di entrambi i mascellari (in questo caso è tipica di alcune popolazioni dell'Australia e dell'Africa). In ortodonzia è la sporgenza in avanti delle mascelle; può essere relativa o falsa (quando è solo apparente, valutata clinicamente rispetto alla controparte scheletrica) o assoluta e vera (in riferimento alla verticale tracciata dalla radice del naso, perpendicolare al piano di Francoforte); si determina a carico del mascellare superiore, della mandibola o di entrambi i mascellari (in questo caso è tipica di alcune popolazioni dell'Australia e dell'Africa).
La protesi dentale è un sostituto artificiale dei denti naturali. viene applicata in caso di edentulia parziale o totale o per correggere difetti estetici di forma, posizione e colore dei denti, o, in alcuni casi, per riabilitare l’occlusione disfunzionale. Si distinguono vari tipi di protesi dentaria# Protesi fissa - Si indica come protesi dentaria fissa, ponti o corone che vengono cementati ai denti e non sono più rimovibili dal paziente e spesso neanche dal dentista senza che subiscano alterazioni che ne compromettono la riutilizzabilità. Protesi rimovibile o mobile - Si indica come protesi dentaria rimovibile quella che il paziente può, e deve, rimuovere dalla bocca per la pulizia. Protesi combinata - Si indica come protesi dentaria combinata quella composta in parte da protesi fissa e in parte da protesi rimovibile, strettamente collegate tra loro. Si distinguono vari tipi di protesi dentale fissa:
Protesi fissa in metallo ceramica - Si tratta di ponti o corone formati da una lega composta da vari metalli, con una percentuale più o meno alta di oro (lega aurea ad alto o basso tenore d’oro), rivestiti in ceramica.
Protesi fissa in ceramica Metal Free - Si tratta di ponti o corone costruiti in ceramica integrale, senza parti metalliche.
Protesi su impianti - Protesi dentaria costruita su impianti dentali. Anche in questo caso si tratta di protesi a ponte oppure di corone singole o collegate tra loro.
Si distinguono vari tipi di protesi dentale rimovibile o mobile:
Protesi parziale in resina rimovibile o mobile - Protesi dentaria sostitutiva di alcuni elementi dentali, ad appoggio mucoso, e a tenuta tramite ganci applicati sui denti residui. Questo tipo di protesi ha le gengive e i denti composti di una particolare resina. Oggi viene usata prevalentemente come provvisorio, in attesa di applicare sostituti artificiali più efficienti.
Protesi totale in resina rimovibile o mobile - Protesi dentaria sostitutiva di tutti gli elementi dentali di un'arcata, ad appoggio mucoso e a tenuta con meccanismo di sussione o tramite impianti.
Protesi scheletrata (scheletrato) rimovibile - Protesi sostitutiva dei denti naturali, che può essere rimossa dal paziente. La protesi scheletrata (scheletrato) è una protesi dentaria ad appoggio misto, dentale e mucoso, la cui tenuta è garantita da ganci applicati ai denti residui.
E' composta da:
- struttura metallica, generalmente una lega al cromo-cobalto, costituente, appunto, lo scheletro portante.
- selle in resina che riproducono le sembianze della gengiva, che appoggiano sulla mucosa gengivale e sostengono i denti, anch'essi in resina.
- denti di sostituzione.
La protesi dentale è un sostituto artificiale dei denti naturali. viene applicata in caso di edentulia parziale o totale o per correggere difetti estetici di forma, posizione e colore dei denti, o, in alcuni casi, per riabilitare l’occlusione disfunzionale. Si distinguono vari tipi di protesi dentaria# Protesi fissa - Si indica come protesi dentaria fissa, ponti o corone che vengono cementati ai denti e non sono più rimovibili dal paziente e spesso neanche dal dentista senza che subiscano alterazioni che ne compromettono la riutilizzabilità. Protesi rimovibile o mobile - Si indica come protesi dentaria rimovibile quella che il paziente può, e deve, rimuovere dalla bocca per la pulizia. Protesi combinata - Si indica come protesi dentaria combinata quella composta in parte da protesi fissa e in parte da protesi rimovibile, strettamente collegate tra loro. Si distinguono vari tipi di protesi dentale fissa:
Protesi fissa in metallo ceramica - Si tratta di ponti o corone formati da una lega composta da vari metalli, con una percentuale più o meno alta di oro (lega aurea ad alto o basso tenore d’oro), rivestiti in ceramica.
Protesi fissa in ceramica Metal Free - Si tratta di ponti o corone costruiti in ceramica integrale, senza parti metalliche.
Protesi su impianti - Protesi dentaria costruita su impianti dentali. Anche in questo caso si tratta di protesi a ponte oppure di corone singole o collegate tra loro.
Si distinguono vari tipi di protesi dentale rimovibile o mobile:
Protesi parziale in resina rimovibile o mobile - Protesi dentaria sostitutiva di alcuni elementi dentali, ad appoggio mucoso, e a tenuta tramite ganci applicati sui denti residui. Questo tipo di protesi ha le gengive e i denti composti di una particolare resina. Oggi viene usata prevalentemente come provvisorio, in attesa di applicare sostituti artificiali più efficienti.
Protesi totale in resina rimovibile o mobile - Protesi dentaria sostitutiva di tutti gli elementi dentali di un'arcata, ad appoggio mucoso e a tenuta con meccanismo di sussione o tramite impianti.
Protesi scheletrata (scheletrato) rimovibile - Protesi sostitutiva dei denti naturali, che può essere rimossa dal paziente. La protesi scheletrata (scheletrato) è una protesi dentaria ad appoggio misto, dentale e mucoso, la cui tenuta è garantita da ganci applicati ai denti residui.
E' composta da:
- struttura metallica, generalmente una lega al cromo-cobalto, costituente, appunto, lo scheletro portante.
- selle in resina che riproducono le sembianze della gengiva, che appoggiano sulla mucosa gengivale e sostengono i denti, anch'essi in resina.
- denti di sostituzione.
Per 'protesi fissa' (denti fissi) in odontoiatria s'intende un manufatto artificiale tipo ponte (coinvolge più denti) o corona (coinvolge un singolo elemento dentario) cementato a pilastri di sostegno naturali o artificiali con lo scopo di ripristinare la funzionalità di un dente, di un gruppo di denti o di un'intera arcata dentaria. La protesi fissa, al contrario di quella rimovibile, una volta applicata dal dentista rimane stabilmente al suo posto e non deve essere quotidianamente rimossa dalla bocca per le indispensabili manovre d'igiene orale. Per 'protesi fissa' (denti fissi) in odontoiatria s'intende un manufatto artificiale tipo ponte (coinvolge più denti) o corona (coinvolge un singolo elemento dentario) cementato a pilastri di sostegno naturali o artificiali con lo scopo di ripristinare la funzionalità di un dente, di un gruppo di denti o di un'intera arcata dentaria. La protesi fissa, al contrario di quella rimovibile, una volta applicata dal dentista rimane stabilmente al suo posto e non deve essere quotidianamente rimossa dalla bocca per le indispensabili manovre d'igiene orale.
La protesi totale è un sostituto artificiale dei denti, rimovibile, che si applica nei casi di mancanza completa dei denti, la cui tenuta è dovuta alla precisa conformazione dei bordi rispetto alla linea mucogengivale. E' chiamata anche dentiera. La protesi totale è un sostituto artificiale dei denti, rimovibile, che si applica nei casi di mancanza completa dei denti, la cui tenuta è dovuta alla precisa conformazione dei bordi rispetto alla linea mucogengivale. E' chiamata anche dentiera.
Azione di rimozione della polpa dentale (vedi). Sui denti da latte è usualmente effettuata da un dentista pediatrico (pedodontista). La pulpectomia è un intervento indispensabile quando la polpa s'infetta, generalmente a seguito di carie dentaria penetrante. La pulpectomia va distinta dalla pulpotomia, nella quale viene asportata solo la polpa presente nella camera pulpare, la polpa cioè situata all'interno della corona del dente, mentre viene lasciata quella all'interno della radice. La branca dell'odontoiatria che si occupa della diagnosi e della cura delle patologie dei tessuti situati all'interno del dente (endodonto) si chiama endodonzia. Azione di rimozione della polpa dentale (vedi). Sui denti da latte è usualmente effettuata da un dentista pediatrico (pedodontista). La pulpectomia è un intervento indispensabile quando la polpa s'infetta, generalmente a seguito di carie dentaria penetrante. La pulpectomia va distinta dalla pulpotomia, nella quale viene asportata solo la polpa presente nella camera pulpare, la polpa cioè situata all'interno della corona del dente, mentre viene lasciata quella all'interno della radice. La branca dell'odontoiatria che si occupa della diagnosi e della cura delle patologie dei tessuti situati all'interno del dente (endodonto) si chiama endodonzia.
Infiammazione della polpa dentale. La cura della pulpite richiede la devitalizzazione del dente interessato. Il quadro clinico della pulpite o infiammazione irreversibile del tessuto pulpare è rappresentato da un male ai denti spontaneo che viene amplificato da stimoli caldi ma anche freddi nei primi stadi. Infiammazione della polpa dentale. La cura della pulpite richiede la devitalizzazione del dente interessato. Il quadro clinico della pulpite o infiammazione irreversibile del tessuto pulpare è rappresentato da un male ai denti spontaneo che viene amplificato da stimoli caldi ma anche freddi nei primi stadi.
La pulpite acuta, infiammazione del tessuto interno al dente, è responsabile di uno dei dolori più intensi che può colpire l'uomo. Un dolore a carattere nevralgico che si esacerba sotto stimolo meccanico (pressione masticatoria) fisico (caldo, freddo) o chimico (dolce). Un dolore caratteristico che presenta picchi d'intensità elevata commisti a fasi di remissione. Un dolore che sopraggiunge all'improvviso e spesso senza un'apparente causa, ma anche in seguito alla pressione masticatoria sul dente affetto o a stimoli chimici o fisici e, questa è una delle sue caratteristiche, non regredisce se s'interrompe lo stimolo. Il mal di denti da pulpite acuta spesso è resistente ai comuni analgesici e può essere arrestato definitivamente solo dall'intervento del dentista. Egli, sotto anestesia, deve raschiare via dall'interno del canale radicolare in cui alloggia la polpa infiammata. La pulpite acuta, infiammazione del tessuto interno al dente, è responsabile di uno dei dolori più intensi che può colpire l'uomo. Un dolore a carattere nevralgico che si esacerba sotto stimolo meccanico (pressione masticatoria) fisico (caldo, freddo) o chimico (dolce). Un dolore caratteristico che presenta picchi d'intensità elevata commisti a fasi di remissione. Un dolore che sopraggiunge all'improvviso e spesso senza un'apparente causa, ma anche in seguito alla pressione masticatoria sul dente affetto o a stimoli chimici o fisici e, questa è una delle sue caratteristiche, non regredisce se s'interrompe lo stimolo. Il mal di denti da pulpite acuta spesso è resistente ai comuni analgesici e può essere arrestato definitivamente solo dall'intervento del dentista. Egli, sotto anestesia, deve raschiare via dall'interno del canale radicolare in cui alloggia la polpa infiammata.
Le pulpopatie sono affezioni della polpa dentaria a carattere infiammatorio, spesso causa d'importante mal di denti. Sono causate più spesso da carie dentale complicata, da traumi dentali con esposizione della polpa od interruzione del fascio vascolo nervoso, da microtraumi ad azione abrasiva od erosiva. Le pulpopatie sono affezioni della polpa dentaria a carattere infiammatorio, spesso causa d'importante mal di denti. Sono causate più spesso da carie dentale complicata, da traumi dentali con esposizione della polpa od interruzione del fascio vascolo nervoso, da microtraumi ad azione abrasiva od erosiva.
Azione di rimozione di una parte della polpa dentale con l'intento di mantenere il dente vitale. Azione di rimozione di una parte della polpa dentale con l'intento di mantenere il dente vitale.
E' la parte del dente non visibile, posta all'interno della gengiva e collegata alla corona dal colletto. E' la parte del dente non visibile, posta all'interno della gengiva e collegata alla corona dal colletto.
Sistema di rivelazione delle immagini radiografiche basato sull'uso del computer e di sensori ad esso collegati. Nella radiologia digitale viene acquisita un'immagine radiografica in forma numerica, cioè comprensibile da un computer. Sistema di rivelazione delle immagini radiografiche basato sull'uso del computer e di sensori ad esso collegati. Nella radiologia digitale viene acquisita un'immagine radiografica in forma numerica, cioè comprensibile da un computer.
Nei dentifrici la sigla RDA, acronimo di Relative Dentin Abrasivity, indica l'abrasività. Al di sopra di 100 questo valore è troppo elevato e, nel tempo, potrebbe causare danni allo smalto. Caratteristica importante dei dentifrici è di avere una bassa abrasività, per levigare le superfici dure del dente senza danneggiarlo. Rendere liscia e lucida la superficie dello smalto previene la formazione di macchie e il trattenimento della placca batterica. I migliori dentifrici indicano il valore di RDA sulla confezione. I 'dentifrici sbiancanti' hanno un alto RDA e, pertanto, un alto indice di abrasività. Nei dentifrici la sigla RDA, acronimo di Relative Dentin Abrasivity, indica l'abrasività. Al di sopra di 100 questo valore è troppo elevato e, nel tempo, potrebbe causare danni allo smalto. Caratteristica importante dei dentifrici è di avere una bassa abrasività, per levigare le superfici dure del dente senza danneggiarlo. Rendere liscia e lucida la superficie dello smalto previene la formazione di macchie e il trattenimento della placca batterica. I migliori dentifrici indicano il valore di RDA sulla confezione. I 'dentifrici sbiancanti' hanno un alto RDA e, pertanto, un alto indice di abrasività.
Esposizione della superficie radicolare per scivolamento apicale della posizione della gengiva. Esposizione della superficie radicolare per scivolamento apicale della posizione della gengiva.
Materiali plastici usati per il restauro dei denti. Sono formate dall'incorporazione in una matrice organica resinosa di un composto inorganico (quarzo, vetro...). Materiali plastici usati per il restauro dei denti. Sono formate dall'incorporazione in una matrice organica resinosa di un composto inorganico (quarzo, vetro...).
Soggetto che a causa della presenza di adenoidi ipertrofiche, polipi nasali, tonsille abnormi e deviazioni del setto respira attraverso la bocca. I respiratori orali da difficoltata respirazione nasale vanno distinti da coloro che respirano con la bocca per abitudine viziata. Soggetto che a causa della presenza di adenoidi ipertrofiche, polipi nasali, tonsille abnormi e deviazioni del setto respira attraverso la bocca. I respiratori orali da difficoltata respirazione nasale vanno distinti da coloro che respirano con la bocca per abitudine viziata.
Movimento di allontanamento del margine gengivale dalla superficie del dente; può essere indicativo di una sottostante infiammazione o della formazione di tasche. Può dipendere anche da cause meccaniche, chimiche o chirurgiche. Movimento di allontanamento del margine gengivale dalla superficie del dente; può essere indicativo di una sottostante infiammazione o della formazione di tasche. Può dipendere anche da cause meccaniche, chimiche o chirurgiche.
Posizionamento arretrato delle mascelle. Può essere relativa o falsa (quando è solo apparente, rispetto alla controparte scheletrica) o assoluta e vera (in riferimento alla verticale tracciata dalla radice del naso); si determina a carico del mascellare superiore, della mandibola o di entrambi i mascellari. Posizionamento arretrato delle mascelle. Può essere relativa o falsa (quando è solo apparente, rispetto alla controparte scheletrica) o assoluta e vera (in riferimento alla verticale tracciata dalla radice del naso); si determina a carico del mascellare superiore, della mandibola o di entrambi i mascellari.
Procedimento attraverso il quale solo la superficie tissutale della protesi e rimpiazzata da nuovo materiale. Procedimento attraverso il quale solo la superficie tissutale della protesi e rimpiazzata da nuovo materiale.
Rimozione completa dei depositi calcificati adesi ai denti che viene effettuata con punte metalliche montate su apparecchi che producono vibrazioni ad altissima frequenza, insieme a spray d'acqua. La tecnica professionale di rimozione del tartaro mira, appunto, al distacco del tartaro dai denti, una sostanza che impedisce le corrette manovre d'igiene orale, favorisce l'accumulo di placca batterica sui denti e interferisce direttamente con la normale biologia gengivale. L'ablazione del tartaro può essere effettuata direttamente dal dentista o da igienisti dentali. Nel corso della seduta di rimozione del tartaro vengono controllate le condizioni gengivali e, nel caso di accumulo eccessivo di tartaro viene educato il paziente ad effettuare corrette manovre di igiene orale domiciliare. Rimozione completa dei depositi calcificati adesi ai denti che viene effettuata con punte metalliche montate su apparecchi che producono vibrazioni ad altissima frequenza, insieme a spray d'acqua. La tecnica professionale di rimozione del tartaro mira, appunto, al distacco del tartaro dai denti, una sostanza che impedisce le corrette manovre d'igiene orale, favorisce l'accumulo di placca batterica sui denti e interferisce direttamente con la normale biologia gengivale. L'ablazione del tartaro può essere effettuata direttamente dal dentista o da igienisti dentali. Nel corso della seduta di rimozione del tartaro vengono controllate le condizioni gengivali e, nel caso di accumulo eccessivo di tartaro viene educato il paziente ad effettuare corrette manovre di igiene orale domiciliare.
Roncopatia è il termine scientifico che indica la patologia che si associa all'azione del russamento notturno. E' molto frequente, si stima che il 45% della popolazione adulta produca, almeno occasionalmente, il suono roboante che caratterizza il disturbo. La quantità di coloro che ogni notte ne sono affetti si attesta invece intorno al 25% degli adulti, interessando più uomini che donne. La roncopatia è un serio disturbo medico perché diminuisce la funzione ristoratrice del riposo notturno. Facile affaticamento, stanchezza cronica, difficoltà a concentrarsi e cefalea sono gli effetti che più spesso provoca. Chi è affetto da roncopatia, spesso non è consapevole e può trascurare gli appelli del partner a cercare di porvi rimedio. Quando il russare si fa severo può arrivare addirittura ad ostruire temporaneamente la respirazione, causando quelle che vengono definite apnee del sonno. Il suono da chi è affetto da roncopatia si produce quando viene ostacolato il libero passaggio dell'aria nella parte posteriore della bocca. In particolare è provocato dal dislocamento posteriore della lingua durante il sonno, ma senza che si stabilisca un contatto tra il dorso della lingua e la parete faringea. Il restringimento delle vie aeree determina l'accelerazione del passaggio dell'aria inspirata da cui dipende la tipica vibrazione rumorosa. Se la roncopatia non è conseguenza di una particolare patologia può cessare con l'utilizzo di apparecchi avanzatori mandibolari. Diversi studi scientifici riportano percentuali di successo molto elevate nel ridurre o eliminare il disturbo con l'uso di dispositivi endo-orali. La stessa Associazione Americana per i Disturbi del Sonno raccomanda l'utilizzo di questi apparecchi sia per il trattamento dei pazienti affetti da roncopatia che da forme di apnea ostruttiva del sonno. Gli apparecchi endorali sono efficaci nella cura della roncopatia perché agiscono sul meccanismo che la provoca: mantenengono la mandibola in avanti e impediscono alla lingua di collassare posteriormente. Roncopatia è il termine scientifico che indica la patologia che si associa all'azione del russamento notturno. E' molto frequente, si stima che il 45% della popolazione adulta produca, almeno occasionalmente, il suono roboante che caratterizza il disturbo. La quantità di coloro che ogni notte ne sono affetti si attesta invece intorno al 25% degli adulti, interessando più uomini che donne. La roncopatia è un serio disturbo medico perché diminuisce la funzione ristoratrice del riposo notturno. Facile affaticamento, stanchezza cronica, difficoltà a concentrarsi e cefalea sono gli effetti che più spesso provoca. Chi è affetto da roncopatia, spesso non è consapevole e può trascurare gli appelli del partner a cercare di porvi rimedio. Quando il russare si fa severo può arrivare addirittura ad ostruire temporaneamente la respirazione, causando quelle che vengono definite apnee del sonno. Il suono da chi è affetto da roncopatia si produce quando viene ostacolato il libero passaggio dell'aria nella parte posteriore della bocca. In particolare è provocato dal dislocamento posteriore della lingua durante il sonno, ma senza che si stabilisca un contatto tra il dorso della lingua e la parete faringea. Il restringimento delle vie aeree determina l'accelerazione del passaggio dell'aria inspirata da cui dipende la tipica vibrazione rumorosa. Se la roncopatia non è conseguenza di una particolare patologia può cessare con l'utilizzo di apparecchi avanzatori mandibolari. Diversi studi scientifici riportano percentuali di successo molto elevate nel ridurre o eliminare il disturbo con l'uso di dispositivi endo-orali. La stessa Associazione Americana per i Disturbi del Sonno raccomanda l'utilizzo di questi apparecchi sia per il trattamento dei pazienti affetti da roncopatia che da forme di apnea ostruttiva del sonno. Gli apparecchi endorali sono efficaci nella cura della roncopatia perché agiscono sul meccanismo che la provoca: mantenengono la mandibola in avanti e impediscono alla lingua di collassare posteriormente.
Rimozione dei depositi di tartaro dalla superficie della radice al disotto della linea gengivale. Rimozione dei depositi di tartaro dalla superficie della radice al disotto della linea gengivale.
Il russare è un serio disturbo sociale e medico, esso può ridicolizzare chi ne è affetto, disturbare il sonno del partner e diminuire la funzione ristoratrice del riposo notturno. Quando il russare si fa severo può arrivare a ostruire temporaneamente la respirazione, causando quelle che vengono definite apnee del sonno. Il suono del russare si produce quando viene ostacolato il libero passaggio dell'aria nella parte posteriore della bocca. In particolare è provocato dal dislocamento posteriore della lingua durante il sonno, ma senza che si stabilisca un contatto tra il dorso della lingua e la parete faringea. Il restringimento delle vie aeree determina l'accelerazione del passaggio dell'aria inspirata da cui dipende la tipica vibrazione rumorosa. Il russare è un serio disturbo sociale e medico, esso può ridicolizzare chi ne è affetto, disturbare il sonno del partner e diminuire la funzione ristoratrice del riposo notturno. Quando il russare si fa severo può arrivare a ostruire temporaneamente la respirazione, causando quelle che vengono definite apnee del sonno. Il suono del russare si produce quando viene ostacolato il libero passaggio dell'aria nella parte posteriore della bocca. In particolare è provocato dal dislocamento posteriore della lingua durante il sonno, ma senza che si stabilisca un contatto tra il dorso della lingua e la parete faringea. Il restringimento delle vie aeree determina l'accelerazione del passaggio dell'aria inspirata da cui dipende la tipica vibrazione rumorosa.
Trattamento chimico (con perossido d'idrogeno o perossido di carbamide) domiciliare o professionale, eventualmente potenziato con mezzi fisici (con luce laser, alogena, al plasma), dei denti naturali, atto ad ottenere un colore più bianco e luminoso. Trattamento chimico (con perossido d'idrogeno o perossido di carbamide) domiciliare o professionale, eventualmente potenziato con mezzi fisici (con luce laser, alogena, al plasma), dei denti naturali, atto ad ottenere un colore più bianco e luminoso.
E' la rimozione dei depositi di placca batterica, di tartaro, di residui di cibo che si sono accumulati nelle tasche parodontali prodotte dalla parodontite. Insieme alla levigatura radicolare (vedi) è un trattamento spesso efficace nel permettere la completa guarigione negli stadi precoci della parodontite e può ridurre l'estensione dell'intervento chirurgico negli stadi più avanzati. Si definisce scaling sopragengivale la rimozione di placca batterica e tartaro a livello della linea gengivale e scaling sottogengivale al disotto della linea gengivale. E' la rimozione dei depositi di placca batterica, di tartaro, di residui di cibo che si sono accumulati nelle tasche parodontali prodotte dalla parodontite. Insieme alla levigatura radicolare (vedi) è un trattamento spesso efficace nel permettere la completa guarigione negli stadi precoci della parodontite e può ridurre l'estensione dell'intervento chirurgico negli stadi più avanzati. Si definisce scaling sopragengivale la rimozione di placca batterica e tartaro a livello della linea gengivale e scaling sottogengivale al disotto della linea gengivale.
Particolare spazzolino per l'igiene degli spazi interdentali. Particolare spazzolino per l'igiene degli spazi interdentali.
Speciali resine che si applicano allo lo scopo di sigillare le asperità dello smalto presenti nei solchi della superficie masticatoria di molari e premolari (solchi occlusali). Prevengono la carie dentaria, frequente in queste particolari zone anatomiche, impedendo l'annidamento della placca batterica. Speciali resine che si applicano allo lo scopo di sigillare le asperità dello smalto presenti nei solchi della superficie masticatoria di molari e premolari (solchi occlusali). Prevengono la carie dentaria, frequente in queste particolari zone anatomiche, impedendo l'annidamento della placca batterica.
Procedimento clinico attraverso il quale si applicano i sigillanti dentali; applicazione di resina chiara sulla superficie di masticazione dei denti posteriori per la prevenzione della carie. Procedimento clinico attraverso il quale si applicano i sigillanti dentali; applicazione di resina chiara sulla superficie di masticazione dei denti posteriori per la prevenzione della carie.
Malattia autoimmune che si manifesta con ulcere buccali e genitali recidivanti unite a iridociclite, artrite e lesioni vasculitiche del piede e del sistema nervoso centrale. Malattia autoimmune che si manifesta con ulcere buccali e genitali recidivanti unite a iridociclite, artrite e lesioni vasculitiche del piede e del sistema nervoso centrale.
Sistema costituito da tre componenti fondamentali:
1) le articolazioni temporo-mandibolari (ATM)
2) il sistema neuro-muscolare
3) l’apparato dento-parodontale
Sistema costituito da tre componenti fondamentali:
1) le articolazioni temporo-mandibolari (ATM)
2) il sistema neuro-muscolare
3) l’apparato dento-parodontale
Tessuto dentale formato da un minerale estremamente duro e lucente, composto per il 98% da idrossiapatite calcica; riveste la parte esterna del dente proteggendolo dall'usura meccanica e chimica e dagli stimoli termici. Lo smalto è la sostanza più dura del corpo umano, ciononostante i batteri della placca possono attaccarlo e disgregarlo (demineralizzazione, perdita di calcio e minerali) tramite le sostanze estremamente acide che eliminano dopo aver usato gli zuccheri contenuti nella placca. Lo smalto dei denti appena erotti dei bambini e dei ragazzi è meno forte e, pertanto, più suscettibile all'attacco acido provocato dalla placca batterica. I denti vanno protetti dalla demineralizzazione spazzolandoli bene con un dentifricio fluorato. I molari appena erotti, ricchi di rugosità sulla superficie occlusale, si possono proteggere dalla carie sigillandoli con speciali resine. Tessuto dentale formato da un minerale estremamente duro e lucente, composto per il 98% da idrossiapatite calcica; riveste la parte esterna del dente proteggendolo dall'usura meccanica e chimica e dagli stimoli termici. Lo smalto è la sostanza più dura del corpo umano, ciononostante i batteri della placca possono attaccarlo e disgregarlo (demineralizzazione, perdita di calcio e minerali) tramite le sostanze estremamente acide che eliminano dopo aver usato gli zuccheri contenuti nella placca. Lo smalto dei denti appena erotti dei bambini e dei ragazzi è meno forte e, pertanto, più suscettibile all'attacco acido provocato dalla placca batterica. I denti vanno protetti dalla demineralizzazione spazzolandoli bene con un dentifricio fluorato. I molari appena erotti, ricchi di rugosità sulla superficie occlusale, si possono proteggere dalla carie sigillandoli con speciali resine.
Scanalatura poco profonda che circonda il dente, delimitata su un lato dalla superficie del dente, sull'altro dalla gengiva marginale. Il solco ha una profondità variabile di 1/2 mm. Scanalatura poco profonda che circonda il dente, delimitata su un lato dalla superficie del dente, sull'altro dalla gengiva marginale. Il solco ha una profondità variabile di 1/2 mm.
Spazio esistente tra due denti vicini e normalmente occupato dalla papilla interdentale. Spazio esistente tra due denti vicini e normalmente occupato dalla papilla interdentale.
Strumenti per l'igiene di denti e gengive. Spazzolini manuali, elettrici, interdentali o scovolini. Strumenti per l'igiene di denti e gengive. Spazzolini manuali, elettrici, interdentali o scovolini.
Stomatite è il termine che indica l'infiammazione del tessuto mucoso (mucosite) che riveste le strutture del cavo orale. Coinvolge le guance, le gengive, la lingua, le labbra, il palato e il pavimento della bocca. Può essere causata da problemi del cavo orale, come cattiva igiene o protesi inadeguate, oppure da scottature provocate dall'assunzione di cibi o bevande calde, o da medicine, reazioni allergiche o infezioni. In genere la stomatite è dolorosa, può presentarsi con sensazione di fastidio, dolore locale e bruciore. La mucosa si presenta arrossata, gonfia e a volte c'è sanguinamento dell'area interessata. L'alitosi può accompagnare l'affezione. La stomatite colpisce qualunque fascia di età, dai neonati agli anziani. Le cause che provocano la stomatite possono essere numerose. Traumi persistenti che possono irritare la mucosa orale in caso di protesi incongrue, denti cariati o fratturati, morsicamenti delle guance. La respirazione orale dovuta ad ostruzione delle vie nasali può causare secchezza delle mucose orali con conseguente irritazione. Infezioni erpetiche, gonorrea leucemia, AIDS, carenza di vitamina C possono presentarsi con i segni tipici della stomatite. La stomatite aftosa è una specifica forma che si presenta con gonfiore, ulcere dolorose, da puntiformi fino al diametro di 2.5 cm, localizzate sulle labbra, guance, gengive, palato e pavimento del cavo orale. La causa di tale affezione è sconosciuta, si pensa possa essere conseguenza di deficit alimentari, in particolare di vitamina B12, Acido Folico, ferro. Alcune forme generalizzate di stomatite sono conseguenza di un uso eccessivo di alcool, cibi speziati o eccessivamente caldi, tabacco. A volte la causa dell'irritazione va ricercata in una reazione d'ipersensibilità a sostanze contenute in collutori, dentifrici, stick labiali Stomatiti possono essere causate dall'esposizione a metalli pesanti, come mercurio, piombo, bismuto. La terapia della stomatite dipende dall'individuazione, non sempre facile, della causa che ne è all'origine. La medicina naturale offre un aiuto efficace nel trattamento della stomatite aftosa e, in generale, delle manifestazioni della stomatite: la tintura di calendula (Calendula officinalis) diluita sotto forma di collutorio per sciacqui orali. Stomatite è il termine che indica l'infiammazione del tessuto mucoso (mucosite) che riveste le strutture del cavo orale. Coinvolge le guance, le gengive, la lingua, le labbra, il palato e il pavimento della bocca. Può essere causata da problemi del cavo orale, come cattiva igiene o protesi inadeguate, oppure da scottature provocate dall'assunzione di cibi o bevande calde, o da medicine, reazioni allergiche o infezioni. In genere la stomatite è dolorosa, può presentarsi con sensazione di fastidio, dolore locale e bruciore. La mucosa si presenta arrossata, gonfia e a volte c'è sanguinamento dell'area interessata. L'alitosi può accompagnare l'affezione. La stomatite colpisce qualunque fascia di età, dai neonati agli anziani. Le cause che provocano la stomatite possono essere numerose. Traumi persistenti che possono irritare la mucosa orale in caso di protesi incongrue, denti cariati o fratturati, morsicamenti delle guance. La respirazione orale dovuta ad ostruzione delle vie nasali può causare secchezza delle mucose orali con conseguente irritazione. Infezioni erpetiche, gonorrea leucemia, AIDS, carenza di vitamina C possono presentarsi con i segni tipici della stomatite. La stomatite aftosa è una specifica forma che si presenta con gonfiore, ulcere dolorose, da puntiformi fino al diametro di 2.5 cm, localizzate sulle labbra, guance, gengive, palato e pavimento del cavo orale. La causa di tale affezione è sconosciuta, si pensa possa essere conseguenza di deficit alimentari, in particolare di vitamina B12, Acido Folico, ferro. Alcune forme generalizzate di stomatite sono conseguenza di un uso eccessivo di alcool, cibi speziati o eccessivamente caldi, tabacco. A volte la causa dell'irritazione va ricercata in una reazione d'ipersensibilità a sostanze contenute in collutori, dentifrici, stick labiali Stomatiti possono essere causate dall'esposizione a metalli pesanti, come mercurio, piombo, bismuto. La terapia della stomatite dipende dall'individuazione, non sempre facile, della causa che ne è all'origine. La medicina naturale offre un aiuto efficace nel trattamento della stomatite aftosa e, in generale, delle manifestazioni della stomatite: la tintura di calendula (Calendula officinalis) diluita sotto forma di collutorio per sciacqui orali.
Infezione delle membrane mucose della bocca causata da un fungo, normalmente presente nel cavo orale, chiamato Candida Albicans che in determinate condizioni può proliferare provocando le lesioni caratteristiche. Esiste una forma di candida, chiama eritematosa, che si presenta con macchie rosse sulla lingua. Una forma più frequente di candida, chiamata pseudomembranosa, può presentarsi con estese placche bianche interessanti la mucosa buccale, la lingua, il palato e l'uvula. La loro rimozione lascia una superficie eritematosa e sanguinolenta. Infezione delle membrane mucose della bocca causata da un fungo, normalmente presente nel cavo orale, chiamato Candida Albicans che in determinate condizioni può proliferare provocando le lesioni caratteristiche. Esiste una forma di candida, chiama eritematosa, che si presenta con macchie rosse sulla lingua. Una forma più frequente di candida, chiamata pseudomembranosa, può presentarsi con estese placche bianche interessanti la mucosa buccale, la lingua, il palato e l'uvula. La loro rimozione lascia una superficie eritematosa e sanguinolenta.
STRIPPING INTERPROSSIMALE
Riduzione dello smalto dentale effettuato mediante molatura o abrasione delle superfici interprossimali. Una procedura utilizzata per creare lo spazio di allineamento in presenza di denti affollati. Riduzione dello smalto dentale effettuato mediante molatura o abrasione delle superfici interprossimali. Una procedura utilizzata per creare lo spazio di allineamento in presenza di denti affollati.
SUPERFICI INTERPROSSIMALI
Aree del dente che danno verso lo spazio interprossimale, meglio conosciuto come spazio interdentale. Aree del dente che danno verso lo spazio interprossimale, meglio conosciuto come spazio interdentale.
Insieme di depositi solidi e calcificati adesi in zone diverse del dente. Insieme di depositi solidi e calcificati adesi in zone diverse del dente.
Abnorme estensione della gengiva sulculare non accompagnata da migrazione apicale dell'attacco epiteliale. Abnorme estensione della gengiva sulculare non accompagnata da migrazione apicale dell'attacco epiteliale.
Abnorme estensione della gengiva sulculare non accompagnata da migrazione apicale dell'attacco epiteliale. Abnorme estensione della gengiva sulculare non accompagnata da migrazione apicale dell'attacco epiteliale.
Si forma quando le gengive perdono l'attacco al dente e c'è distruzione dell'osso alveolare e del legamento periodontale. Si forma quando le gengive perdono l'attacco al dente e c'è distruzione dell'osso alveolare e del legamento periodontale.
L'approfondimento del solco gengivale è accompagnato da migrazione apicale (migrazione verso l'apice radicolare) dell'attacco epiteliale, con distruzione dell'osso alveolare e del legamento periodontale. L'approfondimento del solco gengivale è accompagnato da migrazione apicale (migrazione verso l'apice radicolare) dell'attacco epiteliale, con distruzione dell'osso alveolare e del legamento periodontale.
Dispositivi per effettuare riprese all'interno del cavo orale, utilizzati in odontoiatria per migliorare la comunicazione con il paziente. Dispositivi per effettuare riprese all'interno del cavo orale, utilizzati in odontoiatria per migliorare la comunicazione con il paziente.
TEMPORO MANDIBOLARI DISTURBI
Disturbi che riguardano l'articolazione temporo mandibolare. Disturbi che riguardano l'articolazione temporo mandibolare.
Procedura usata per risolvere una pulpite e/o per salvare un dente colpito da un ascesso o per guarire un ascesso o un granuloma, nella quale la polpa o i residui pulpari vengono raschiati via dalla camera della polpa e dal canale radicolare. Per il buon esito della terapia canalare il canale radicolare viene poi disinfettato e riempito permanentemente con particolari sostanze. Procedura usata per risolvere una pulpite e/o per salvare un dente colpito da un ascesso o per guarire un ascesso o un granuloma, nella quale la polpa o i residui pulpari vengono raschiati via dalla camera della polpa e dal canale radicolare. Per il buon esito della terapia canalare il canale radicolare viene poi disinfettato e riempito permanentemente con particolari sostanze.
Metallo biocompatibile, utilizzato in odontoiatria per la costruzione di protesi fisse, impianti etc. La tollerabilità biologica del titanio ne permette l'uso in implantologia dentale oltre che in ortopedia. Il titanio viene osteointegrato e non provoca alcuna reazione immunitaria di rigetto da parte dell'organismo ricevente. Metallo biocompatibile, utilizzato in odontoiatria per la costruzione di protesi fisse, impianti etc. La tollerabilità biologica del titanio ne permette l'uso in implantologia dentale oltre che in ortopedia. Il titanio viene osteointegrato e non provoca alcuna reazione immunitaria di rigetto da parte dell'organismo ricevente.
Si definisce trattamento canalare l'intervento odontoiatrico di asportazione della polpa dentaria infiammata o necrotica. Si definisce trattamento canalare l'intervento odontoiatrico di asportazione della polpa dentaria infiammata o necrotica.
Risultato di forze eccessive applicate sulla dentatura. Può essere responsabile, specie in presenza d'infiammazione, di una rapida perdita di attacco e di distruzione dell'osso di sostegno. Risultato di forze eccessive applicate sulla dentatura. Può essere responsabile, specie in presenza d'infiammazione, di una rapida perdita di attacco e di distruzione dell'osso di sostegno.
La T.E.O. è un apparecchio ortodontico usato per spostare i molari posteriormente e per creare spazio per i denti anteriori affollati o protrusi. Nei casi di prognazia mascellare ha la funzione di trattenere la crescita in avanti del mascellare superiore. E' costituito da due parti metalliche saldate insieme. La parte interna è conformata ad arco e si connette ai tubi buccali delle bande. La parte esterna riprende la curvatura del viso per connettersi ad una fascia elastica che esercita la forza capace di provocare le modifiche dentali o di crescita scheletrica. La T.E.O. è un apparecchio ortodontico usato per spostare i molari posteriormente e per creare spazio per i denti anteriori affollati o protrusi. Nei casi di prognazia mascellare ha la funzione di trattenere la crescita in avanti del mascellare superiore. E' costituito da due parti metalliche saldate insieme. La parte interna è conformata ad arco e si connette ai tubi buccali delle bande. La parte esterna riprende la curvatura del viso per connettersi ad una fascia elastica che esercita la forza capace di provocare le modifiche dentali o di crescita scheletrica.
Spasmo dei muscoli elevatori della mandibola che provoca difficoltà e limitazione all'apertura della bocca. In odontoiatria lo spasmo muscolare che provoca il trisma è di frequente causato da processi infettivi o traumi chirurgici a carico del dente del giudizio con coinvolgimento del muscolo pterigoideo interno. Spasmo dei muscoli elevatori della mandibola che provoca difficoltà e limitazione all'apertura della bocca. In odontoiatria lo spasmo muscolare che provoca il trisma è di frequente causato da processi infettivi o traumi chirurgici a carico del dente del giudizio con coinvolgimento del muscolo pterigoideo interno.
Piccola parte metallica saldata sulla superficie esterna della banda molare. Il tubo buccale è percorso da due parti cave, o scanalature, una a sezione rettangolare per trattenere i fili ortodontici, e una a sezione tonda per l'inserimento del lip bumper, dell'arco interno della trazione extraorale o di altri dispositivi che l'ortodontista usa per muovere i denti o ridirezionare la crescita dei mascellari. Piccola parte metallica saldata sulla superficie esterna della banda molare. Il tubo buccale è percorso da due parti cave, o scanalature, una a sezione rettangolare per trattenere i fili ortodontici, e una a sezione tonda per l'inserimento del lip bumper, dell'arco interno della trazione extraorale o di altri dispositivi che l'ortodontista usa per muovere i denti o ridirezionare la crescita dei mascellari.
Pulizia dei denti con apparecchi che emettono vibrazioni ad alta frequenza, capaci di disgregare e staccare il tartaro dalle superfici dentali. Pulizia dei denti con apparecchi che emettono vibrazioni ad alta frequenza, capaci di disgregare e staccare il tartaro dalle superfici dentali.
Perdita di sostanza dentale localizzata dovuta a disfunzioni, vizi e parafunzioni a carico dell'occlusione. Perdita di sostanza dentale localizzata dovuta a disfunzioni, vizi e parafunzioni a carico dell'occlusione.
La vite di guarigione è una cappetta che si applica provvisoriamente, avvitandola, sulla radice dentale impiantata, la cui finalità è quella di promuovere la guarigione e l'adattamento dei tessuti molli gengivali che andranno a circondare la corona dentale definitiva. Le viti di guarigione, o di chiusura, consentono la guarigione ottimale della gengiva e la modellazione dell'imbuto gengivale. La vite di guarigione è una cappetta che si applica provvisoriamente, avvitandola, sulla radice dentale impiantata, la cui finalità è quella di promuovere la guarigione e l'adattamento dei tessuti molli gengivali che andranno a circondare la corona dentale definitiva. Le viti di guarigione, o di chiusura, consentono la guarigione ottimale della gengiva e la modellazione dell'imbuto gengivale.